tag:blogger.com,1999:blog-20461816475441251912024-03-14T03:37:38.508+01:00IndiExplosion!All we wanna do is Rock!!! Tutte le release dal mondo Indie Rock'n Roll e poi video, news, recensioni per essere sempre aggiornati sulla musica alternativa più cool del momento! Con Fab, Dj Fabbra, Espo e la partecipazione straordinaria di Luca!Fabbrahttp://www.blogger.com/profile/10490833490141805033noreply@blogger.comBlogger1967125tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-82313650819825036062020-02-02T23:39:00.000+01:002020-02-02T23:39:28.682+01:00Re-Explosion<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="color: blue;">Tutto ebbe inizio da una pista da ballo. Niente a che vedere
con scene alla </span><i style="color: blue;">Tempo delle mele</i><span style="color: blue;">,
però. Il </span><i style="color: blue;">dancefloor</i><span style="color: blue;"> era quello che
accese, alla fine del 2005, </span><b><span style="color: red;">gli ormoni
di un giovanissimo e non ancora ‘dannato’ Alex Turner che con i suoi Arctic
Monkeys</span></b><span style="color: blue;">, presentatisi al mondo con </span><i style="color: blue;"><a href="https://www.youtube.com/watch?v=pK7egZaT3hs"><b>I Bet You Look Good On The Dancefloor</b></a></i><span style="color: blue;">, dava un vero e proprio schiaffone –
musicalmente parlando – a una scena alt-rock ancora tramortita dai residui del
Britpop e da ciò che rimaneva del grunge.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="color: blue;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="color: blue;">Era, quella urlata da Alex Turner, l’esplosione (termine non
casuale) di quella che sarebbe stata chiamata </span><b><span style="color: red;">nu-wave</span></b><span style="color: blue;">. Era il 2006 e un manipolo di ragazzetti palermitani, amici
per la pelle, intuivano che, Oltremanica, qualcosa di importante stava
accadendo e, </span><b><span style="color: red;">contando sulle primissime
connessioni flat e su una rudimentale conoscenza del web</span></b><span style="color: blue;"> (i social erano
ancora di là da venire), iniziavano semplicemente a informarsi, ascoltare e
scrivere. </span><b><span style="color: red;">L’esplosione indie
(IndiExplosion) cominciava</span></b><span style="color: blue;">, quindi, a propagarsi: lo stesso termine, indie,
si apprestava a diventare familiare anche a chi, prima, non ne aveva mai
sentito parlare.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="color: blue;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><b><span style="color: red;">Ma cos’era
IndiExplosion?</span></b><span style="color: blue;"> Sostanzialmente, uno spazio web che segnalasse prontamente
le nuove uscite nell’universo indie-rock, proponesse i video che cominciavano a
circolare nell’altrettanto giovane piattaforma YouTube, raccontasse un po’ di
concerti e recensisse i più attesi dischi in uscita senza quelle espressioni
pompose, autoreferenziali e di difficile comprensione di cui sono piene le tante,
troppe recensioni che popolano web e riviste specializzate. Tutto in sinergia
con </span><b><span style="color: red;">un altro progetto che le menti
malate dei suddetti ragazzetti avevano partorito appena un paio d’anni prima:
una web radio libera, alternativa, semi-illegale e senza freni che portava
l’ambizioso nome di Abbey Radio</span></b><span style="color: blue;">. Perché proprio dagli studi di Abbey Road e
dai loro più celebri coinquilini tutto ebbe inizio, nei favolosi Sixties.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="color: blue;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="color: blue;">Sin dai primissimi post – era il gennaio 2007 –
IndiExplosion ha fatto da cassa di risonanza non solo agli Arctic Monkeys, ma
anche a band che proprio in quegli anni avviavano la loro carriera, talvolta
partendo da MySpace o da altre piattaforme web. </span><b><span style="color: red;">I pezzi dei Kasabian, dei Bloc Party, dei Maximo Park, degli Snow
Patrol, di Interpol, Editors, The Darkness, Arcade Fire, Libertines, Strokes e di
innumerevoli altre band hanno popolato per anni le nostre pagine virtuali</span></b><span style="color: blue;">,
così come le puntate di Abbey Radio. Finchè il corso della vita non ha
strappato gli oramai ex ragazzetti, nel frattempo un po’ cresciuti, alle loro
più forti passioni per condurli nell’alveo dannato delle ansie lavorative.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="color: blue;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: large;"><span style="color: blue;">All’albeggiare del nuovo decennio, però, </span><b><span style="color: red;">la passione ha inesorabilmente ripreso il
sopravvento</span></b><span style="color: blue;"> e la pagina Facebook di IndiExplosion, che intanto languiva da
qualche anno nel dark web, ha a sua volta ripreso vita. Con l’obiettivo di
tornare a essere, per tutti gli amici che condividono la nostra passione, </span><b><span style="color: red;">quella ‘bussola’ che ci aiuti a orientarci
nell’oceano delle nuove uscite musicali con lo stesso, identico spirito degli
inizi</span></b><span style="color: blue;">. Certo, anche con un po’ di capelli bianchi e qualche chilo in più.
Ma </span><b><span style="color: red;">persino Alex Turner, se lo guardate
bene, ha le rughe</span></b><span style="color: blue;">.</span></span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span style="color: blue;"><i>Dj Fabbra, Espo, Fab,
Luca</i><o:p></o:p></span></div>
<br />fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-80109855700719035542013-07-24T17:28:00.003+02:002013-07-24T17:28:46.382+02:00Live Reportage: Depeche Mode live "Delta Machine Tour"- Roma 2013<span style="color: #cc0000; font-size: large;"><i>20/07/2013</i></span><br />
<span style="color: #cc0000; font-size: large;"><b>Depeche Mode</b></span><br />
<span style="color: #cc0000; font-size: large;"><i>Roma, Stadio Olimpico</i></span><br />
<i><b>
dal nostro amico e collaboratore free-lance Simone Vigneri </b></i><br />
<i><b><br /></b></i>
<span style="font-size: large;">Pomeriggio di un giorno soffocante. Dopo una breve sosta per uno spuntino light a base di pizza, pancetta e pecorino nei pressi dell’ Olimpico, io e il mio amico ci avviamo verso l’ ingresso carichi al punto giusto e circondati da una folla che lascia presagire il tutto esaurito. Superati controlli e tornelli ci facciamo strada su per le scale e, al loro termine, l’ impatto visivo con il prato stracolmo ci fa scappare un’ imprecazione sincrona: uno spettacolo vedere l’ Olimpico “Sold Out” per il <span style="color: #cc0000;">Delta Machine tour.</span> A questo punto ci mettiamo l’anima in pace, ci sarà da lottare per raggiungere un posto con buona visuale senza soffocare. Mentre mi faccio largo tra le persone mi accorgo di un fatto significativo: sto conficcando il gomito e calpestando in egual misura giovani ventenni così come nostalgici cinquantenni. Potere dei <span style="color: #cc0000;">Depeche Mode</span>: unire generazioni di persone. Trent’anni di carriera si affacceranno su quel palco tra pochi minuti, trent’anni che hanno visto l’elettropop ascendere agli occhi di pubblico e stampa dal grado di musica fluo scanzonata e danzereccia (sebbene di successo) a genere di sostanza e spessore. Cambiamenti che hanno affondato le zanne ben più a fondo che nel mero gusto musicale di una società. Terminata la divagazione e ricollegati gli occhi al cervello ci siamo trovati in un posto strategicamente interessante, soprattutto dove la concentrazione di ossigeno risultava sufficiente a impedire il collasso. Dopo circa 30 minuti (21.10) le luci si sono spente ponendo fine all’attesa: come previsto sono le note di Welcome to my world a dare il via al concerto. La scenografia è sobria ma efficace: un grande schermo centrale, due più piccoli ai lati. <span style="color: #cc0000;">Dave Gahan</span> fa la sua apparizione con tanto di giacca scura (cosa che non ritenevo possibile considerato il tasso di umidità nell’aria) sopra l’immancabile gilet che resterà la divisa principale per tutta la serata, affiancato dai compagni insostituibili <span style="color: #cc0000;">Martin Gore e Andy Fletcher</span>. Pubblico delirante, mani al cielo, luci degli smartphone come candele, flash come lampi nel cielo di Roma. Nemmeno il tempo di rendersi conto dello spettacolo che si sta svelando ed è già tempo di chiudere il distico introduttivo di Delta Machine: suonano le note di<span style="color: #cc0000;"> Angel</span>. Gahan imbriglia la sua voce con la consueta maestria e infonde fuoco nei <span style="color: #cc0000;">60.000</span> fortunati che lo stanno celebrando come maestro insostituibile di un rituale tribale che viene celebrato da sempre. Al termine arriva il momento di un salto nel passato con un classico: <span style="color: #cc0000;">Walking in my shoes</span> viene accolta da un ovazione e sostenuta dalle giravolte di Dave che invoca a più riprese la partecipazione del pubblico che lo ripaga in pieno. Il pezzo successivo impone invece un balzo cronologico in avanti, <span style="color: #cc0000;">Precious</span> viene condotta per mano dagli affondi duri di Martin alla chitarra e sfuma nella testa con le parole <i>“If God has a master plan, then only He understands…”</i>, nessuna logica è richiesta né possibile, ci addentriamo nel regno di chi si abbandona. Alla guida i Depeche Mode ci riportano nuovamente al punto di partenza in un vortice che segue questo senso di perdita e sottrazione salvifica dal superfluo, si torna agli anni ’80 con <span style="color: #cc0000;">Black Celebration</span> che dà il titolo all’ album considerato dalla critica come la loro pietra miliare, con un brivido lungo la schiena del sottoscritto. Dopo un susseguirsi di successi degli anni ’90 come <span style="color: #cc0000;">Policy of truth e Barrel of a gun</span> alternati a brani dell’ ultimo album arriva il momento del primo intermezzo della sublime opera a cui assistiamo in migliaia: Gahan esce di scena, resta Gore. <span style="color: #cc0000;">The child inside</span> e soprattutto <span style="color: #cc0000;">Shake the disease </span>sono melodie rese dolcemente malinconiche dalla straordinaria voce di Martin: una ninna nanna che anticipa l’oblio. Al ritorno del figliol prodigo il singolo <span style="color: #cc0000;">Heaven</span> viene seguito da <span style="color: #cc0000;">Soothe my soul</span> che accende prato e tribuna indistintamente in un ballo convulso e scatenato. Il <i>sacerdote</i> Gahan si muove senza requie in una danza sensuale di vita, senza concessioni, ora sinuoso ora vibrante e teso come un atleta pronto al duello. Il tempo non esiste, non scorre. C’è uno smarrimento di sé in un Desiderio traboccante, quello che Carmelo bene avrebbe definito “porno”. Non si guarda indietro ormai, è un<i> Baccanale dell’anima </i>che straripa inarrestabile. Prima del gran finale una menzione speciale va fatta per <span style="color: #cc0000;">A question of time</span> dove Gahan rende davvero arduo credere che la sola genetica possa essere responsabile dello spettacolo di cui si rende protagonista. Una energia inesauribile e contagiosa viene irradiata da un corpo asciutto e lucido (51 anni signori miei!) mentre roteando l’asta del microfono chiama di continuo la folla a sé, circondato da lava e scintille che scoppiettano sui teleschermi. E’ il segnale che attendevamo tutti, il momento in cui l’estasi sessuale e creativa viene esplosa violentemente:<span style="color: #cc0000;"> Enjoy the silence</span> (pezzo cantato sempre quasi interamente dal pubblico) - <span style="color: #cc0000;">Personal Jesus </span>(fenomenale incipit lento in progressione prima del classico avvio cadenzato e battente) - <span style="color: #cc0000;">Goodbye</span> (a riunire ancora una volta il passato nel presente e quindi a dissolverli entrambi). Le luci si spengono, restiamo tutti esausti e spossati. Ma non è ancora giunta l’ora di andar via. Riapre le danze Martin gore con la commovente<span style="color: #cc0000;"> Somebody</span>, seguita dalla primordiale<span style="color: #cc0000;"> I just can’t get enough</span> con un tripudio di luci e colori che si fondono con i sintetizzatori protagonisti assoluti di leggerezza e allegria. I feel you viene spinta dai potenti e pulsati ritmi di chitarra di Martin e dalla voce di Dave divenuta rabbiosa e che a tratti tolgono il respiro mentre alle loro spalle ombre di deejay e ballerine si agitano vigorose. E’ l’ultimo atto prima della chiusura che arriva sulle parole di Never let me down again, unica perla dall’ album preferito del sottoscritto. Torce accese verso il cielo, ci si stringe tutti prima di lasciarsi, un giro tra amici e un ultimo ballo. <i>“We're flying high, we're watching the world pass us by. Never want to come down, never want to put my feet back down on the ground”</i>. Alla fine mentre Dave abbraccia Martin esausto e sommerso dagli applausi e dalle urla mi attraversa d’improvviso la consapevolezza di una straordinaria catarsi che ho vissuto e condiviso con 60.000 persone e che non posso descrivere in altro modo se non con le parole <i><span style="color: #cc0000;">“Depeche Mode”</span></i>.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>Fabbrahttp://www.blogger.com/profile/10490833490141805033noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-60636756595377359372013-06-17T15:25:00.001+02:002013-06-17T15:25:43.187+02:00James Skelly and the Intenders - 'You've Got It All'<span style="font-size: large;">Il <span style="color: #cc0000;">primo </span>post della settimana, e primo dopo un periodo troppo lungo, è dedicato a un nuovo <span style="color: #cc0000;">progetto solista</span>, il secondo messo in piedi da un componente dei <span style="color: #cc0000;">The Coral</span>. In attesa di tornare a suonare insieme, la famiglia <span style="color: #cc0000;">Skelly </span>si cimenta in nuovi progetti: dopo <span style="color: #cc0000;">Ian</span>, con il bell'album <span style="color: #cc0000;">'Cut From a Star'</span>, uscito alla fine dello scorso anno, è la volta del biondo <span style="color: #cc0000;">frontman </span>dei Coral, <span style="color: #cc0000;">James Skelly</span>. L'album di debutto di <span style="color: #cc0000;">James Skelly and the Intenders</span> si chiama <span style="color: #cc0000;">'Love Undercover'</span> e non è affatto male. Un disco <span style="color: #cc0000;">folk </span>di tutto rispetto, insomma. Il primo singolo estratto è <span style="color: #cc0000;"><i>'You've Got It All'</i></span>.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/O0tNTt8j3AY" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-75189869672206070332013-05-20T20:39:00.000+02:002013-05-20T20:39:08.248+02:00The National - 'Sea of Love'<span style="font-size: large;">Le solite <span style="color: #cc0000;">chitarre taglienti</span>, tanto talento e un video molto carino. Così si ripresentano gli americani <span style="color: #cc0000;">The National</span>, in uscita con il nuovo album <span style="color: #cc0000;">'Trouble Will Find Me'</span>. Si tratta del seguito di un disco, <span style="color: #cc0000;">'High Violet'</span> (2010) che aveva suscitato gli entusiasmi della critica ma anche degli appassionati e che aveva definitivamente consacrato la band di<span style="color: #cc0000;"> Matt Berninger</span>. Aspettiamo quindi con molta curiosità il nuovo disco, che potrebbe trovare il suo spazio in un momento <span style="color: #cc0000;">molto intenso</span> a livello di <span style="color: #cc0000;">release</span>, nell'imminenza dei grandi festival estivi. Ecco il video di <span style="color: #cc0000;"><i>'Sea of Love'</i></span> con un piccolo/grande protagonista.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/yIWmRbHDhGw" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-87733622806915754012013-05-15T15:15:00.002+02:002013-05-15T15:15:46.837+02:00The Pigeon Detectives - 'I Won't Come Back' <span style="font-size: large;">Sono tornati i nostri amici <span style="color: #cc0000;">The Pigeon Detectives</span>, buonissima band <span style="color: #cc0000;">nu-wave</span> britannica capace di pubblicare quattro dischi in sei anni e di farsi notare per il <span style="color: #cc0000;">sound tirato e molto rock</span>. A fine aprile è uscito l'ultimo album firmato da <span style="color: #cc0000;">Matt Bowman</span> e soci, <span style="color: #cc0000;">'We Met At Sea'</span>. La speranza è che possa rappresentare un'inversione di tendenza rispetto al terzo disco <span style="color: #cc0000;">'Up, Guards and At 'Em'</span>, passato sotto silenzio, e colpire come avevano fatto i primi due,<span style="color: #cc0000;"> 'Wait For Me' </span>e <span style="color: #cc0000;">'Emergency'</span>. Avevamo già ascoltato la prima, non esaltante, traccia pubblicata, <span style="color: #cc0000;"><a href="http://www.youtube.com/watch?v=yvNOKEUHEC4">'Animal'</a></span>. Ora è il momento di un nuovo singolo, più interessante del precedente per fortuna. Ha un bel ritmo, almeno.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/tl4vg-de0n4" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-84853134731374662632013-05-13T14:31:00.001+02:002013-05-13T14:31:22.254+02:00Vampire Weekend - 'Ya Hey'<span style="font-size: large;">Esce proprio oggi in UK il <span style="color: #cc0000;">terzo album</span> dei <span style="color: #cc0000;">Vampire Weekend</span>, band newyorkese che ha imposto nel mercato, con i lavori precedenti, un modo di fare <span style="color: #cc0000;">rock'n'roll innovativo,</span> scanzonato, di certo lontano da certi standard. <span style="color: #cc0000;">Alternativo</span>, sì, <span style="color: #cc0000;">barocco</span>, ricco di suoni e mai banale. Il nuovo singolo<i> <span style="color: #cc0000;">'Ya Hey'</span></i> non fa eccezione, a partire dal titolo insolito. Questo brano, così come il primo singolo estratto <span style="color: #cc0000;"><a href="http://www.youtube.com/watch?v=mX46e4GtlXM">'Diane Young'</a></span>, sono contenuti nel disco <span style="color: #cc0000;">'Modern Vampires of the City'</span>.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/i-BznQE6B8U" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-62767888759595518592013-05-09T14:20:00.001+02:002013-05-09T14:20:22.780+02:00Yeah Yeah Yeahs - 'Mosquito'<span style="font-size: large;">Un <span style="color: #cc0000;"><i>mosquito </i></span>rock'n'roll intento a succhiare tutto il sangue possibile da una mano è il protagonista assoluto del nuovo video degli <span style="color: #cc0000;">Yeah Yeah Yeahs</span>, che ai simpatici insetti che sia apprestano ad <span style="color: #cc0000;">appestarci </span>anche quest'estate hanno dedicato non solo il singolo ma anche il loro<span style="color: #cc0000;"> ultimo album</span>. Questo è il secondo pezzo estratto, dopo la bella <span style="color: #cc0000;"><a href="http://www.youtube.com/watch?v=jmRI3Ew4BvA">'Sacrilege'</a></span>, da un disco non indimenticabile ma senza dubbio <span style="color: #cc0000;">molto rock</span>. <i><span style="color: #cc0000;">Suck your blood</span></i>!</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/3dx8aLDJrAY" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-26819827233087533152013-05-08T10:06:00.001+02:002013-05-08T10:06:18.415+02:00Travis - 'Where You Stand'<span style="font-size: large;">Altra grande anteprima di <span style="color: #cc0000;">IndiExplosion!</span> è il nuovissimo singolo dei <span style="color: #cc0000;">Travis</span>, grandiosa band <span style="color: #cc0000;">scozzese </span>che ha caratterizzato con la sua musica il primo decennio degli anni <span style="color: #cc0000;">Duemila</span>. La formazione di <span style="color: #cc0000;">Fran Healy</span> sta per pubblicare il settimo album in studio,<span style="color: #cc0000;"> 'Where You Stand'</span>, in uscita il prossimo 19 agosto, e da ieri circola il <span style="color: #cc0000;">video </span>del primo singolo, la <span style="color: #cc0000;">title-track</span>. E' una <span style="color: #cc0000;">ballata</span> piuttosto delicata e soave, lontanissima dal rock duro degli esordi e invece abbastanza in linea con le <span style="color: #cc0000;">atmosfere </span>degli ultimi due album. Ascoltare la voce di Fran Healy è comunque un <span style="color: #cc0000;">toccasana</span>. Quindi, godiamoci questo singolo!</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/W-ZT2Hgonwc" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-17916913947838345652013-05-07T14:09:00.003+02:002013-05-07T14:09:37.053+02:00Editors - 'A Ton of Love'<span style="font-size: large;">Abbiamo conosciuto gli Editors di<span style="color: #cc0000;"> 'The Back Room' </span>(2005) e di <span style="color: #cc0000;">'An End Has a Start'</span> (2007) e ci avevano fatto impazzire. Abbiamo ascoltato con curiosità quelli di <span style="color: #cc0000;">'In This Light And On This Evening' </span>(2009), elettronici e sperimentali. Ora, forse, abbiamo di fronte dei <span style="color: #cc0000;">nuovi Editors</span>: lo scopriremo con l'album<span style="color: #cc0000;"> 'The Weight of Your Love'</span>, in uscita a luglio, il primo dall'addio del chitarrista <span style="color: #cc0000;">Chris Urbanowicz</span>. La voce di <span style="color: #cc0000;">Tom Smith</span>, ma anche il sound e il suono delle chitarre, sono difficilmente riconoscibili rispetto agli esordi, a conferma della voglia della band di trovare una <span style="color: #cc0000;">strada alternativa</span>. Il primo singolo <span style="color: #cc0000;">'A Ton of Love'</span> suona <span style="color: #cc0000;">meno cupo e più aperto</span>, basato su una strumentazione più varia e sulla voce di Tom nettamente <span style="color: #cc0000;">più roca e meno profonda </span>che in passato. Con una strizzata d'occhi al <span style="color: #cc0000;">rock britannico anni '80 e americano anni '90</span>. Interessante, da valutare. Intanto, ecco il <span style="color: #cc0000;">video</span>, in anteprima!</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/jQQ2gTkV-GM" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-83312460240727869722013-05-06T14:45:00.000+02:002013-05-06T14:45:01.122+02:00Beady Eye - 'Second Bite of the Apple'<span style="font-size: large;">Non convincono granché, e lo diciamo con grande rammarico, i primi scorci del nuovo album dei <span style="color: #cc0000;">Beady Eye</span>, la creatura musicale nata "dalle ceneri" (così si dice) degli <span style="color: #cc0000;">Oasis</span>. Il primo pezzo pubblicato dall'album <span style="color: #cc0000;">'BE'</span> di prossima uscita, <span style="color: #cc0000;">'Flick of the Finger'</span>, non ci aveva colpito più di tanto e l'impresa non è riuscita nemmeno al primo singolo ufficiale <span style="color: #cc0000;"><i>'Second Bite of the Apple'</i></span>. Che scorre <span style="color: #cc0000;">piatto</span>, senza particolari guizzi, con un testo non memorabile e senza che venga voglia di ascoltarlo un'altra volta. Peccato, perché il primo lavoro, anche se imperfetto e con qualche pausa di troppo, non era dispiaciuto, anche se - occorre dirlo - aveva perso il <span style="color: #cc0000;">confronto diretto</span> con l'opera prima del fratellone <span style="color: #cc0000;">Noel</span>.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/1cUJtAGtQ_k" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-81786121354699670242013-04-23T14:47:00.002+02:002013-04-23T14:49:39.422+02:00Deerhunter - 'Monomania'<span style="font-size: large;"><span style="color: #cc0000;">Bradford Cox</span> non si ferma mai, e tra <span style="color: #cc0000;">Atlas Sound </span>e <span style="color: #cc0000;">Deerhunter </span>produce musica senza soluzione di continuità. Uscira il <span style="color: #cc0000;">6 maggio</span> il nuovo album della sua primaria creatura, i <span style="color: #cc0000;">Deerhunter </span>e da un po' circola in rete (ve l'abbiamo anticipata sulla nostra pagina facebook) la <span style="color: #cc0000;">title-track</span> del disco,<i> <span style="color: #cc0000;">'Monomania'</span></i>, un'esplosione di <span style="color: #cc0000;">suoni distorti</span> che sembra mettere a dura prova la capacità di sopportazione degli ascoltatori. Un <span style="color: #cc0000;">esperimento </span>che non poteva lasciare indifferenti gli appassionati di sperimentazione, e infatti noi di <span style="color: #cc0000;">IndiExplosion!</span> l'abbiamo accolto come si deve, tributando gli onori che merita a una <span style="color: #cc0000;">grande artista</span>, uno dei più interessanti della scena contemporanea. E chi arriva alla fine del pezzo si becca anche la <span style="color: #cc0000;">motoretta</span>.</span><br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/bYUENZQ84-E" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-80153247297197453492013-04-23T14:37:00.005+02:002013-04-23T14:37:40.798+02:00Cold War Kids - 'Miracle Mile'<span style="font-size: large;">Altro gradito ritorno in questa prima parte del 2013 è quello degli americani <span style="color: #cc0000;">Cold War Kids</span>, esplosi nell'ormai lontano 2007 con l'album <span style="color: #cc0000;">'Robbers&Cowards'</span>, uno dei più sorprendenti di quell'annata caratterizzata dalla nascita di <span style="color: #cc0000;">IndiExplosion!</span> Nathan Willett e i suoi pubblicano il <span style="color: #cc0000;">quarto album</span> in studio di una carriera che non ha saputo poi toccare le vette di freschezza e originalità degli esordi. Il disco si chiama <span style="color: #cc0000;">'Dear Miss Lonelyhearts'</span> (titolo non irresistibile) ed è stato anticipato dal singolo di lancio<span style="color: #cc0000;"><i> 'Miracle Mile'</i></span>. Il pezzo non è affatto male, ma i primi ascolti del disco non sono pienamente soddisfacenti. Col tempo, chissà, ci si potrebbe ricredere.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/1F6gAN6MOII" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-30885587825316688492013-04-15T11:51:00.006+02:002013-04-15T11:51:48.805+02:00The Black Angels - 'Don't Play with Guns'<span style="font-size: large;">Una canzone<span style="color: #cc0000;"> 'obamiana'</span>, in linea con la battaglia politica che sta conducendo il loro <span style="color: #cc0000;">presidentissimo</span>. Tornano i texani <span style="color: #cc0000;">The Black Angels</span>, paladini del <span style="color: #cc0000;">garage psichedelico</span> che un paio d'anni fa ci avevano fatto gridare al miracolo con il bellissimo disco <span style="color: #cc0000;">'Phosphene Dream'</span>. Ora è il momento del successore, che si chiama <span style="color: #cc0000;">'Indigo Meadow'</span> e contiene anche il singolo di lancio <span style="color: #cc0000;"><i>'Don't Play With Guns'</i></span>. Il pezzo è forte, scorbutico, ha un <span style="color: #cc0000;">effetto stordente</span> che è quello che si ci aspetta dai Black Angels. Il disco, ai primi ascolti, non raggiunge i <span style="color: #cc0000;">picchi </span>del predecessore ma è comunque una buona release!</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/RoNB1NW2u0A" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-62549200350442953832013-04-12T18:08:00.003+02:002013-04-12T18:08:49.456+02:00Everything Everything - 'Duet'<span style="font-size: large;">Altro "albumone" di questo inizio 2013 è<span style="color: #cc0000;"> 'Arc' </span>dei </span><span style="color: #cc0000; font-size: large;">mancuniani</span><span style="color: #cc0000; font-size: large;"> </span><span style="font-size: large;"><span style="color: #cc0000;">E</span></span><span style="font-size: large;"><span style="color: #cc0000;">verything Everything</span>, uscito lo scorso gennaio. Una conferma del talento e della <span style="color: #cc0000;">freschezza </span>di questa band che passa forse un po' sotto silenzio, ma che propone un <span style="color: #cc0000;">elektro/rock</span> di ottima fattura, già intravisto nel debutto <span style="color: #cc0000;">'Man Alive' </span>datato 2010. Da 'Arc' sono già stati estratti tre singoli. L'ultimo in ordine di tempo è<i><span style="color: #cc0000;"> 'Duet'</span></i>, mentre già vi avevamo deliziato nei mesi scorsi con le due tracce di apertura del disco, <span style="color: #cc0000;"><a href="http://www.youtube.com/watch?v=cjKcmZGhUrQ">'Cough Cough'</a></span> e<span style="color: #cc0000;"> <a href="http://www.youtube.com/watch?v=TKKMfJ8cZoQ">'Kemosabe'</a></span>. Enjoy!</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/Mhy-ozPkiDE" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-25783420269224870772013-04-11T12:57:00.003+02:002013-04-11T12:57:53.053+02:00Foals - 'Late Night'<span style="font-size: large;"><span style="color: #cc0000;">'Holy Fire'</span> è uno dei migliori album indie/rock finora pubblicati in questo 2013. Un lavoro <span style="color: #cc0000;">maturo, non scontato ed equilibrato</span>. ulteriore conferma del peso dei <span style="color: #cc0000;">Foals </span>nel panorama internazionale. Dopo le ottime release di <span style="color: #cc0000;"><a href="http://www.youtube.com/watch?v=qJ_PMvjmC6M">'Inhaler'</a></span> e <span style="color: #cc0000;"><a href="http://www.youtube.com/watch?v=bAsGFnLl2u0">'My Number'</a></span> ecco un altro singolo estratto, uno dei migliori pezzi dell'album a mio parere. Si tratta di <span style="color: #cc0000;"><i>'Late Night'</i></span>, accompagnato da un <span style="color: #cc0000;">video </span>intenso e <span style="color: #cc0000;">molto crudo</span>, non adatto ai deboli di cuore. <span style="color: #cc0000;">Yannis Philippakis</span> e soci hanno fatto centro ancora una volta!</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/vP-HSoe7IAU" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-25197664398059110622013-04-08T15:34:00.001+02:002013-04-08T15:34:26.183+02:00Daughter - 'Still'<span style="font-size: large;">Segnatevi questo <span style="color: #cc0000;">nome</span>, voi che amate il <span style="color: #cc0000;">folk-rock britannico </span>di qualità. Si chiamano <span style="color: #cc0000;">Daughter</span>, vengono da Londra e sono in tre, due ragazzi e una ragazza, <span style="color: #cc0000;">Elena Tonra</span>, dalla bellissima voce. Il loro disco d'esordio è uscito da qualche settimana e il mondo sembra essersi finalmente accorto del <span style="color: #cc0000;">talento</span> di questa giovane band. <span style="color: #cc0000;">'If You Leave'</span> è un concentrato di <span style="color: #cc0000;">purezza</span> che richiama le ovattate atmosfere dei <span style="color: #cc0000;">The XX </span>ed è un disco arrivato dopo un paio d'anni di <span style="color: #cc0000;">EP, singoli e tentativi di sfondare</span>. Tutti i 10 brani dell'album hanno <span style="color: #cc0000;">una sola parola</span> nel titolo e una notevole profondità di suono. In certe canzoni, la voce di Elena Tonra ricorda quella, straordinaria, di <span style="color: #cc0000;">Florence Welch</span>. Il video che vi proponiamo è quello dell'ultimo singolo pubblicato, <i><span style="color: #cc0000;">'Still'</span></i>, in concomitanza peraltro con un altro bel pezzo, <span style="color: #cc0000;"><a href="http://www.youtube.com/watch?v=MbCeyb9okac">'Human'</a></span>. Ecco il nostro <span style="color: #cc0000;">Album of the Week</span>.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/uUWrcFpmI5U" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-8378483574543898022013-04-04T18:20:00.001+02:002013-04-04T18:20:43.418+02:00Primal Scream - 'It's Alright, It's OK'<span style="font-size: large;">Si chiama <span style="color: #cc0000;">'More Light'</span> il nuovo album dei <span style="color: #cc0000;">Primal Scream</span>, l'eclettica band scozzese di <span style="color: #cc0000;">Bobby Gillespie</span> che ha saputo resistere all'incedere del tempo e ha attraversato indenne oltre due decenni. Vi abbiamo già fatto ascoltare il <span style="color: #cc0000;">primo singolo</span> estratto,<span style="color: #cc0000;"> <a href="http://www.youtube.com/watch?v=bdCraT9_wk4">'2013</a>'</span>, e ora è la volta del secondo, <span style="color: #cc0000;"><i>'It's Alright, It's OK'</i></span>. Si tratta, a mio parere, di una <span style="color: #cc0000;">pallida rivisitazione</span> di uno dei loro maggiori successi, l'indimenticata ed efficacissima <span style="color: #cc0000;"><a href="http://www.youtube.com/watch?v=aKFYtUJFYVE">'Movin' On Up'</a></span>. Credo infatti che ci siano evidenti <span style="color: #cc0000;">punti di contatto</span> tra questi due pezzi, nel ritmo e nella struttura, e ciò non depone certo a favore della band. Confidiamo in <span style="color: #cc0000;">qualcosa di meglio</span> nell'imminente album!</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/Ty-IJ3qz-GE" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-52065293418019010532013-04-03T15:32:00.002+02:002013-04-03T15:32:26.859+02:00British Sea Power - 'Machineries of Joy'<span style="font-size: large;">Dell'ultimo loro album,<span style="color: #cc0000;"> 'Valhalla Dancehall' (2011)</span> ricordo una prima metà assolutamente fantastica, fatta di <span style="color: #cc0000;">potenti schitarrate</span> e <span style="color: #cc0000;">atmosfere epiche</span>. I <span style="color: #cc0000;">British Sea Power</span>, ormai un'istituzione dell'<span style="color: #cc0000;">indie/rock britannico</span>, hanno appena pubblicato il sesto album della carriera,<i><span style="color: #cc0000;"> 'Machineries of Joy'</span></i>, anticipato dalla <span style="color: #cc0000;">title-track</span> che è anche il primo singolo estratto. In un periodo di uscite un po' deludenti, non ci resta che affidarci alla loro indiscussa <span style="color: #cc0000;">vena creativa</span>. Questo <span style="color: #cc0000;">singolo</span>, però, non riesce a sbocciare del tutto, rimanendo forse al di sotto di quella <span style="color: #cc0000;">soglia </span>che più volte i BSP hanno dimostrato di saper varcare.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/DHUes0dGjUI" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-68368792787439251732013-03-27T18:38:00.000+01:002013-03-27T18:38:24.317+01:00David Bowie - 'The Stars (Are Out Tonight)'<span style="font-size: large;">Se un artista (grandissimo, per carità) torna <span style="color: #cc0000;">dopo oltre 10 anni</span> e pubblica un nuovo disco è naturale essere almeno<span style="color: #cc0000;"> un po' diffidenti</span>. E pensare: ma chi te l'ha fatto fare? L'ascolto di <span style="color: #cc0000;">'The Next Day'</span>, il nuovo album griffato <span style="color: #cc0000;">David Bowie</span>, non dovrebbe quindi essere intaccato da <span style="color: #cc0000;">pregiudizi </span>di sorta. Così ho provato ad accostarmi a questo album e, a parte la lunghezza forse eccessiva, devo ammettere di aver trovato <span style="color: #cc0000;">alcuni spunti davvero positivi</span>. Tra questi c'è il sound di <span style="color: #cc0000;"><i>'The Stars (Are Out Tonight)'</i></span>, il singolo #2 estratto dal disco. Accompagnato, peraltro, da un <span style="color: #cc0000;">video </span>niente male. Di certo, un <span style="color: #cc0000;">passo avanti</span> rispetto al poco significativo <span style="color: #cc0000;"><a href="http://www.youtube.com/watch?v=QWtsV50_-p4">primo singolo</a></span>.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/gH7dMBcg-gE" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-82024158986984360602013-03-26T15:28:00.001+01:002013-03-26T15:28:22.394+01:00Peace - 'Wraith'<span style="font-size: large;">E' uscito ieri l'album di debutto di una delle <span style="color: #cc0000;">novità indie/rock</span> più intriganti che ci offre la terra d'Albione in questo momento e che il solito <span style="color: #cc0000;">NME </span>non manca di segnalare. Sono in quattro, vengono da <span style="color: #cc0000;">Worcester </span>e si chiamano <span style="color: #cc0000;">Peace</span>. Suonano un indie/rock di atmosfera tipicamente britannica: si sente che sono cresciuti ascoltando la<span style="color: #cc0000;"> nu-wave dei primi anni 2000</span> che impazzava in UK e non solo. Il disco si chiama <span style="color: #cc0000;">'In Love'</span> ed è anticipato dal bel singolo <i><span style="color: #cc0000;">'Wraith'</span></i>, accompagnato da un <span style="color: #cc0000;">video </span>che fa bella (e gradita) mostra di una nutrita serie di <i><span style="color: #cc0000;">lati B</span></i>.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/jI8vZfG7ILU" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-70627046318396994982013-03-22T16:00:00.004+01:002013-03-22T16:00:29.023+01:00The Vaccines - 'Bad Mood'<span style="font-size: large;">Ennesimo <span style="color: #cc0000;">singolo </span>e altro bel video per i <span style="color: #cc0000;">Vaccines</span>, band che ha finora sfornato due dischi <span style="color: #cc0000;">degni di questo nome</span>: contengono entrambi <span style="color: #cc0000;">voglia di rock</span>, di fare casino, un po' all'antica, senza la necessità di essere perfezionisti o per forza <span style="color: #cc0000;">sperimentatori</span>. In altri tempi sarebbero forse stati superflui, ma sulla scena attuale <span style="color: #cc0000;">emergono </span>proprio per la dirompente semplicità della loro musica. Questa volta tocca a<span style="color: #cc0000;"><i> 'Bad Mood'</i></span>, altro prodotto di <span style="color: #cc0000;">'Come of Age'</span>. Non male anche il video e merita un plauso <span style="color: #cc0000;"><i>paciocchello Justin Young</i></span> per aver saputo interpretare alla grande il ruolo dello <span style="color: #cc0000;">scazzato</span>.</span><br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/LsHoZNoSh0s" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-56124879900750901592013-03-22T15:48:00.007+01:002013-03-22T15:48:42.986+01:00Suede - 'Barriers'<span style="font-size: large;">Vorremmo dire: <span style="color: #cc0000;">Bentornati</span>! E invece diciamo: <span style="color: #cc0000;">Non se ne sentiva la mancanza</span>. Tra i protagonisti della travolgente ondata <span style="color: #cc0000;">Britpop</span> degli anni '90, innovatori all'epoca anche se non a tutti graditi, gli <span style="color: #cc0000;">Suede </span>sono tornati, a undici anni dalla pubblicazione del loro ultimo album. Solo che ora <span style="color: #cc0000;">il mondo è diverso</span> e un pallido tentativo di riproporre quel sound non può che apparire <span style="color: #cc0000;">velleitario</span>. Bastano <span style="color: #cc0000;">pochi ascolti </span>dell'album per sbadigliare e anche il <span style="color: #cc0000;">singolo</span> scelto come lancio è piuttosto <span style="color: #cc0000;">fiacco</span>. Per la cronaca, il disco si chiama <span style="color: #cc0000;">'Bloodsports'</span> e il singolo <i><span style="color: #cc0000;">'Barriers'</span></i>. Saremo forse troppo cattivi?</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/8Hhx0gIHiz8" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-74224270030271655672013-03-19T18:06:00.002+01:002013-03-19T18:06:13.715+01:00Hurts - 'Miracle'<span style="font-size: large;">E' il momento degli <span style="color: #cc0000;">Hurts</span>. Al secondo album tutti sembrano accorgersi di loro e la stampa <span style="color: #cc0000;">li incensa</span>, etichettandoli, forse un po' troppo frettolosamente, come i nuovi <span style="color: #cc0000;">Depeche Mode</span>. A parte il fatto che i "vecchi" sono tutt'altro che <span style="color: #cc0000;">bolliti</span>, bisogna ammettere che i punti di contatto ci sono, sebbene gli Hurts siano diretti verso un <span style="color: #cc0000;">pop/rock epico, elegante e sofisticato</span> ben differente dal sound elettronico dei DM. Ricondotti nel loro genere, dico che a me questi ragazzi inglesi, che hanno saputo trovare <span style="color: #cc0000;">stile e sound ben definiti </span>fin da subito, piacciono. E ricordo un loro<span style="color: #cc0000;"> live milanese</span> di un paio d'anni or sono come una bellissimo <span style="color: #cc0000;">concerto-spettacolo</span>. Il nuovo album, numero due della band, si chiama <span style="color: #cc0000;">'Exile'</span>. Questo è il primo singolo, <span style="color: #cc0000;"><i>'Miracle'</i></span>.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/HrAclaz5GvA" width="400"></iframe>fabhttp://www.blogger.com/profile/02415691515209854020noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-79619289148058358962013-03-15T12:56:00.004+01:002013-03-15T12:56:43.701+01:00The Strokes - "All the time"<span style="font-size: large;">Vi avevamo giá fatto<span style="font-size: large;"> pres<span style="font-size: large;">coltare i<span style="font-size: large;">l nuo<span style="font-size: large;">vo singolo <span style="font-size: large;"><span style="color: #cc0000;">"All the </span><span style="font-size: large;"><span style="color: #cc0000;">time"</span>. A<span style="font-size: large;">desso </span></span></span></span></span></span></span>ecco fresco fresco il nuovo videoclip per il brano degli <span style="color: #cc0000;">Strokes</span>. Che poi tanto video non é, bensí un'accozzaglia di <span style="color: #cc0000;">immagini e brevi footage</span> presi in prestito qua e lá durante il loro ultimo tour e le sessioni di registrazione del<span style="color: #cc0000;"> nuovo album</span> (previsto in uscita in primavera). Insomma, la band di <span style="color: #cc0000;">Casablancas</span> si dimostra ancora una volta in <span style="color: #cc0000;">debito di idee e creativitá</span> (non solo nella produzione di nuove canzoni, ma a quanto pare anche per la realizzazione di un videoclip). Staremo a vedere cosa ne uscirá fuori con il nuovo album. Intanto ci gustiamo i loro bei faccioni in questi frames. </span><br />
<span style="font-size: large;"> </span>
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/TJC8zeu3MHk" width="400"></iframe>Fabbrahttp://www.blogger.com/profile/10490833490141805033noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2046181647544125191.post-16403220536564479312013-03-08T15:12:00.000+01:002013-03-08T15:32:11.781+01:00Phoenix - "Entertainment"<span style="font-size: large;">Un'attesa durata<span style="color: #cc0000;"> 4 anni</span>, dal fantastico <i>"Wolfgang Amadeus Phoenix</i>". Finalmente il 2013 poteva essere l'anno dei <span style="color: #cc0000;">Phoenix</span>. Parliamo al passato, perché le premesse hanno quasi definitivamente deluso le aspettative di molti fan che si <span style="font-size: large;">gustavano </span>un ritorno in pompa magna per la <span style="color: #cc0000;">band francese</span>. Giá in questo primo singolo abbiamo un pó storto il naso. E la loro ricerca di <span style="color: #cc0000;">sonoritá orientaleggianti </span>non sembra funzionare tantissimo. E se non bastasse, guardate allora il video ufficiale, una storia d'amore ambientata totalmente in <span style="color: #cc0000;">Corea del Sud </span>e che ci lascia quantomeno perplessi (manco fosse un documentario d<span style="font-size: large;">ella National Ge<span style="font-size: large;">ograph<span style="font-size: large;">ic</span>)</span></span>. Roba che potremmo raccomandare al nostro ristorante cinese di fiducia. <span style="color: #cc0000;">Voto 4, </span>come gli anni di attesa.</span><br />
<span style="font-size: large;"> </span>
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/tBsRvthVhdw" width="400"></iframe>Fabbrahttp://www.blogger.com/profile/10490833490141805033noreply@blogger.com18