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Si sono fatti conoscere dal pubblico e dalla stampa grazie al loro primo album del 2008 'Talking Through Tin Cans', e dopo essere stati il gruppo spalla di molte famose band (per citarne alcune MGMT, We Are Scientists e The Kooks) hanno deciso di fare il grande salto diventando una delle band rivelazione del 2010. Loro sono The Morning Benders, gruppo indie dalla California, precisamente da Berkeley, e il loro ultimo lavoro Big Echo è considerato il disco della consacrazione. Il successo di questo album si deve sicuramente alla collaborazione vincente con Chris Taylor dei Grizzly Bear, che ha condotto magistralmente la sua produzione, e ascoltando il loro prodotto finale si può notare che la musica della band, capitanata dai due fratelli Chris e Jon Chu, spazia tra diversi generi mescolando indie pop, folk ed un pizzico di post-rock. Big Echo si apre con 'Excuses', un pezzo indie-folk dolce e romantico che è anche il nuovo singolo ed inizia con due versi che colpiscono il cuore e la mente: “You tried to taste me/And I taped my tongue to the southern tip of your body”. Le tonalità si abbassano con 'Wet Cement' e con il suo interessante coretto. 'Cold War (Nice Clean Fight)' è il brano più breve del album, neanche 2 minuti, e il suo passaggio è veloce ma intenso. La musica cambia completamente con i pezzi più rock come 'Stitches'e 'Promises', con quest’ultimo che è stato anche il primo singolo estratto, condito da riff di chitarre (segue parecchio la musicalità del brano 'The Jeweller’s Hands' degli Arctic Monkeys). 'All Day Daylight' è il pezzo pop dell’album, un brano fresco retto da chitarre e da battiti di mani. L’album si chiude con 'Sleeping In', brano che inizia quasi come se fosse una canzone della buonanotte, ma poi a metà gli altri membri del gruppo si svegliano per un finale reso scoppiettante dalle chitarre e dal coro. Questo lavoro riesce a coinvolgere vari tipi di ascoltatori grazie alla sua camaleontica musica ed ad una non precisa posizione del gruppo, ma non sarà mancanza di identità?
(tratto da Wikipedia.org) Il termine musica indie (neologismo della lingua inglese derivato dalla contrazione del termine independent) è riferibile ad un insieme di generi musicali caratterizzato da una certa indipendenza, reale oppure percepita, dalla musica pop commerciale e da una cultura cosiddetta mainstream (cultura di massa), nonché da un approccio personale alla musica stessa. Il termine Indie è spesso confuso con il tipo di suono prodotto dal musicista quando è in realtà il modo in cui il suono è presentato o prodotto. Infatti, esso è spesso associato a un artista o a un gruppo che non fa parte della cultura mainstream o che fa musica al di fuori dell'influenza della stessa. Sebbene lo stile musicale di questi gruppi possa variare molto, tale associazione deriva infatti da un atteggiamento tipo "fai-da-te" e dall'abilità di lavorare al di fuori delle grandi corporations. Tuttavia, non è affatto detto che un'etichetta che si definisce indipendente garantisca un approccio libero, non orientato verso il marketing o comunque a uno stile musicale prettamente commerciale, né d'altra parte è vero che le major stesse siano orientate esclusivamente alla produzione di musica commerciale (vedi Radiohead, Pulp, Sonic Youth e The Flaming Lips). Più comune in Italia è la definizione indipendente per identificare tale approccio, preferendo usare il termine indie per definire un genere musicale vero e proprio, comunque spesso associabile a un approccio indipendente a livello di etichetta discografica. La parola indie è utilizzata talvolta per fare riferimento specificamente a vari generi o suoni. Negli anni novanta molti gruppi Britpop erano definiti indie, anche se la maggior parte degli artisti avevano siglato contratti con le major e dominavano le classifiche di vendita."
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