mercoledì 20 giugno 2007

RECENSIONE: THE WHITE STRIPES - "ICKY THUMP"

Solitamente le recensioni sono giudizi personali, soggettivi che più soggettivi non si può. E spesso si arriva con l'esagerare, in negativo o in positivo. In questo caso però mi va proprio di esagerare. E, dal basso della mia modestia, penso di non sbagliare, perchè con questo ultimo lavoro i fratelloni White colpiscono nel segno. Griderei al miracolo, e me ne assumo ogni responsabilità. Siamo di fronte al miglior album mai confezionato dai White Stripes (e ne hanno fatti già 6), e sicuramente uno dei primi 3 album di quest'anno, se non il migliore. Un lavoro molto ricco di spunti, con una strumentazione mai così arrichita, non più 'solo' piano e chitarra come eravamo abituati finora, ma spazio a cornamuse, 'trompetas' e organetti molto '70s, molta melodia (nonostante il depistante singolo omonimo) e sopratttuto molto rock'n'roll senza fronzoli. Insomma un album da gustare tutto nel suo insieme che si offre piacevolmente all'ascolto, forse non c è una traccia brutta, o la "meno preferita" (che vuoi o non vuoi c' è in ogni album che si ascolta). Ma andiamo con ordine. Si comincia subito con il singolo 'Icky Thump' che ormai sta diventando sempre più un tormentone e nonstante possa spiazzare nei primi ascolti sta dimostrando di essere apprezzata da tutti, viste le ottime vendite soprattutto in U.K. E' forse il colmo, non si era mai visto un singolo delle "Strisce" così in alto in classifica (al #2), e pensare che è forse quello meno melodico, commerciale e radiofonico mai fatto dal duo di Detroit.
'You don't know waht love is' è molto allegra, forse la più melodica, molto spensierata che mi mette di buon umore ad ogni ascolto. Il colpo di genio puro, insieme a 'Icky Thump' è sicuramente l'ispanica 'Conquest' di cui ho già avuto modo di spendere lodevolissime parole. What a catchy song! La successiva 'Bone Broke' offre una prima dimostrazione di rock'n'roll duro e crudo, old style, molto molto potente con un gran riff che non si dimentica facilmente. Una delle migliori canzoni dell'album. Con 'Pricly Thorn, but sweetly worn' ecco che entrano in scena le cornamusa, e il duro rock muta in folk easy listening, in cui i Whites si trasformano in una tipica band britannica o forse sono proprio una controfigura, perchè il risultato è incredibilmente verosimile. Non avevo mai sentito degli americani di Detroit portarti in circa 3 minuti alle sponde del lago di Lochness. E l'atmosfera dei kilt e delle pecore continua anche nella successiva e quasi strumentale 'St.Andrew' dove questa volta è la voce di Meg ad apparire, perfetto prologo del brano precedente. Con 'Little Cream Soda' tornano i Whites più acidi e duri, sporchi e poderosi, insomma i White Stripes di Elephant, in stile 'The hardest button to button'. L'apoteosi Rock'n'roll si raggiunge con 'Rag & Bone' che si vociefera sia il prossimo singolo. Poche parole per descrivere l'eccitazione che provocano, geniale lo stacco del cantato rispetto alla "discussione da pub" dei fratelloni. Come se non volessero essere disturbati davanti una bottiglia di birra, in cerca di ispirazione e di un punto d'incontro sulle loro idee. Mi fa pensare alla scena di "Coffee and Cigarettes" di Jarmush in questo momento e loro che sono impegnati in questa session privata. Puro blues invece per 'I'm solwly turning into you'. Mentre apertura pinkfloydiana per la suggestiva e romantica 'A martyr for my love for you', l'unica vera ballatona dell'album, che continua con le atmosfere '70s anche nel corso della canzone. Forse il pezzo che avrebbero sempre sognato di sfornare Le Vibrazioni, a metà tra romanticismo e sonorità vintage. Un ritono al blues sporco, nevrotico, primordiale ed acido invece nelk caso di 'Catch hell'. Anche in questo caso il pezzo che avrebbero voluto comporre i WAINES e che gli calzerebbe a pennello. Chiusura con 'Effect & Cause', che si avvicina più alle sonorità dei White Stripes degli esordi, quelli di 'Hotel Yorba' per intenderci. Insomma un album ricco nel vero senso della parola. Ricco di tracce (13), ricco di strumentazione anche complessa, ricco di melodia, ricco di generi. Una vera e propria perla, pietra miliare di un gruppo che non si è mai lasciato influenzare dal rock commerciale del mainstream e da classifica ma che è pur comunque divenuto già un classico, dal suono unico e riconoscibilissimo. Chapeau!

12 commenti:

fab ha detto...

Recensione appassionata e coinvolgente del buon vecchio fabbra! Dopo i primi ascolti l'impressione è effettivamente di una grande disco, ma mi voglio riservare un giudizio più completo per quando lo avrò ascoltato con più attenzione...

Anonimo ha detto...

Davvero da un bel pò non si leggeva una recensione così... Il buon Fabbra quando ci si mette sa essere convincente, espressivo e comunicativo.
Non me la sento ancora, comunque, di pronunciarmi sul disco nella sua interezza, ma "Conquest" è al momento la mia canzone-droga, se la sento una volta poi devo ascoltarla almeno altre 20 di fila...e non scherzo.
Oltretutto questa canzone inevitabilmente influenza e preclude il mio giudizio sugli altri brani, non riesco ad ascoltarli senza togliermi dalla testa quelle vibrazioni feroci che richiamano il ritmo di una cavalcata.. Stupenda, nel vero senso della parola!
Non conoscevo bene il duo, ma ora penso che possa riservare altre grandi sorprese!
Per quanto riguarda l'articolo: PREMIO all'esagerazione e all'entusiasmo magnetico!

Fabbra ha detto...

Non posso che inkinarmi al suo sempre onesto e puntuale giudizio! Ma troppe lodi per me, lasciamole al grandissimo disco che se le mirita anche di piu del sottoscritto...

Anonimo ha detto...

Altre lodi al disco arriveranno quando avrò superato la Conquest-dipendenza, ovvero non so quando.. Ad ogni modo, m'impegnerò ;)

filus ha detto...

beh raga, ke dire, siete pateticis...
per me i White Stripes l'unica trovata geniale ke abbiano mai fatto è stata la canzone ke ha ispirato il mitico popopopopopopo, ke ha vivacizzato le notti mondiali di Germania 2006.
Poi niente di più, sempre lo stesso stile ripetitivo...bah ma poi tu anna fissata per Conquest...
patetikas!!!
cmq de gustibus ben inteso...

Fabbra ha detto...

Ma proprio lo stesso stile non puoi dirlo...e proprio questo album ne è la riprova...ma sicuramente manco l avrai sentito...peccato!

Anonimo ha detto...

Filus, che dire? GRAZIE per la gentile concessione del "de gustibus"...
Arrivò..

Anonimo ha detto...

bene ma preferisco gli originali
LED ZEPPELIN molte grazie

Anonimo ha detto...

Non so se sia il migliore degli Stripes. De Stjil (che è altra cosa) ed Elephant che è invece inj questo stile sono difficilmente superabili.
Sicuramente uno dei migliori 2/3 dischi del 2007.
Una bomba dopo la delusione Get behind me Satan.

Fabbra ha detto...

Si in effetti Sw Stjil è si bello...ma parecchio differente...e parecchio Low-fi e piu grezzzo rispetto a quest'ultimo molto piu curato nei dettagli e nel missaggio...boo ardua scelta...

Anonimo ha detto...

e bravo a Fabbra... devo dire che il disco mi ha veramente appassionato come è successo all'autore di questa recensione, e in moltissimi punti Fabbra ha colpito nel segno dicendo proprio delle cose che avevo già pensato ascoltando le canzoni dell'album... evidentemente abbiamo provato più o meno le stesse sensazioni... e questo mi fa piacere... bravo Fabbra e magnifici White Stripes!

Fabbra ha detto...

Grazie Iacopo, beh ho scritto solo quello che la musica mi ha trasmesso, d'altronde si tratta pur sempre di sensazioni emozioni e pura soggettività e mi fa piacere che anche tu sei daccordo con me...