Una delle migliori sorprese, secondo il mio umile parere, di queste 2011 è 'Degeneration Street'. Questo album è il quinto lavoro della band canadese The Dears che ritorna dopo il flop del precedente 'Missiles'. Infatti, il quarto album aveva fatto storcere un po’ il naso e si pensava che la carriera del gruppo di Montreal si stesse incamminando verso la fase di declino. Poi è arrivato 'Degeneration Street' ed una nuova luce si è accesa. The Dears si inseriscono nel genere dark che oggi è duopolizzato dagli Interpol e dagli Editors, seguiti dai White Lies e dai Glasvegas, ma ascoltando le varie tracce si notano anche sperimentazione e ricerca verso nuovi sound. Il primo esempio di musica sperimentale è il primo singolo, 'Omega Dog' che di certo non avrebbe stonato nell’album dei Broken Bells. 'Blood', mi ricorsa i Menomena: forse questa sensazione è dettata dal cambio di ritmo che è presente nel brano. Nel secondo singolo, 'Thrones' si ha l’impressione che stia cantando il Duca Bianco, indicandoci la via verso il paradiso. Nei brani '5 Chords' e 'Yesteryear' si sente molto l’influenza dei compratioti Arcade Fire. Con 'Galactic Tides', 'Lamentation' e 'Tiny Man' si ritorna al sound dark romantico, anche se questi non sono all’altezza dei brani precedentemente elencati. In 'Unsung' si sente una netta influenza british e con il brano conclusivo 'Degeneration Street' si ha un ritorno alle tonalità cupe, degna chiusura di questo LP. Nell’album sono presenti 14 tracce ma circa 9 sono quelle che colpiscono, le restanti avrebbero potuto restarne fuori, e magari essere inserite in un EP.
(ringraziamo il nostro freelance Luca per la recensione)
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