The Good The Bad & The Queen - The Good The Bad & The Queen
Primo album omonimo per questa superband nata circa un annetto fa da un'idea del redivivo Damon Albarn, già anima e voce dei Blur prima e più recentemente dei Gorillaz, ma sempre pronto a lanciarsi in nuovi progetti alternativi e sperimentali.
In questo caso viene affiancato da musicisti validissimi che con le loro band del passato hanno fatto la storia del Rock inglese degli anni '80 e '90, ovvero il bassista ex Clash Paul Simonon, un uomo una bottiglia, che non manca mai di presentarsi ad interviste o appuntamenti mediatici senza prima essersi caricato d' alcool, il chitarrista ex Verve Simon Tong e infine a completare il "dream quartet del rock" il percussionista afrobeat Tony Allen, già collaboratore in passato con vari artisti di fama internazionale. Il tutto prodotto e impachettato da uno dei produttori più ricercati e cool del momento, ovvero la mente dei Gnarls Barkley, Danger Mouse.
Il disco a primo ascolto da l'impressione, a buon ragione, di essere un ibrido tra gli ultimi lavori dei Blur (l'ultimo registrato in Africa in particolare) tendenti allo stile afro-acustico e alle session improvvisate e lo sperimentalismo dei Gorillaz.
Insomma un album molto eclettico e molto influenzato da varie sfacettature rock, dal britpop molto caro ad Albarn della seconda traccia ('80 Life), dal suono vagamente retrò, allo stile più Pop e spensierato, che sa tanto di marcetta cerimoniale, che suona molto Gorillaz (forse la più Gorillaz del Cd) di "Northern Whale", passando per l'ultimo (in ordine di tempo) dei 2 singoli estratti finora, la bella e triste andante "Kingdom of Doom", quasi una ballad dal sapore britpop più maturo e ricercato, che racconta della vita londinese in modo quasi disincanto, o ancora la bellissima "Herculean", primo singolo estratto e mix perfetto di sonorità Electro SperiementalRock Dub e ChillOut che si legano a meraviglia generando qualcosa di molto ricercato (in stile Feel Good Inc. ma più seriosa e suonata) forse simbolo della canzone moderna che cerca di spaziare il più possibile tra i vari generi, quasi ipnotica che sa rapirti a primo ascolto come è successo a me, sicuramente perfetta per un aperitivo o per ambienti Chill da fine nottata.
Per il resto le rimanenti tracks (12 totali) scorrono via che è una meraviglia, tra schitarrate acustiche, bassi quasi dub e pianole ipnotiche, che forse rendono di più se ascoltate in sequenza e senza pause, così da riuscire a farti percepire l'atmosfera londinese ed a farti immergere nel rilassante flusso sonoro dei Good the Bad & the Queen.
Primo album omonimo per questa superband nata circa un annetto fa da un'idea del redivivo Damon Albarn, già anima e voce dei Blur prima e più recentemente dei Gorillaz, ma sempre pronto a lanciarsi in nuovi progetti alternativi e sperimentali.
In questo caso viene affiancato da musicisti validissimi che con le loro band del passato hanno fatto la storia del Rock inglese degli anni '80 e '90, ovvero il bassista ex Clash Paul Simonon, un uomo una bottiglia, che non manca mai di presentarsi ad interviste o appuntamenti mediatici senza prima essersi caricato d' alcool, il chitarrista ex Verve Simon Tong e infine a completare il "dream quartet del rock" il percussionista afrobeat Tony Allen, già collaboratore in passato con vari artisti di fama internazionale. Il tutto prodotto e impachettato da uno dei produttori più ricercati e cool del momento, ovvero la mente dei Gnarls Barkley, Danger Mouse.
Il disco a primo ascolto da l'impressione, a buon ragione, di essere un ibrido tra gli ultimi lavori dei Blur (l'ultimo registrato in Africa in particolare) tendenti allo stile afro-acustico e alle session improvvisate e lo sperimentalismo dei Gorillaz.
Insomma un album molto eclettico e molto influenzato da varie sfacettature rock, dal britpop molto caro ad Albarn della seconda traccia ('80 Life), dal suono vagamente retrò, allo stile più Pop e spensierato, che sa tanto di marcetta cerimoniale, che suona molto Gorillaz (forse la più Gorillaz del Cd) di "Northern Whale", passando per l'ultimo (in ordine di tempo) dei 2 singoli estratti finora, la bella e triste andante "Kingdom of Doom", quasi una ballad dal sapore britpop più maturo e ricercato, che racconta della vita londinese in modo quasi disincanto, o ancora la bellissima "Herculean", primo singolo estratto e mix perfetto di sonorità Electro SperiementalRock Dub e ChillOut che si legano a meraviglia generando qualcosa di molto ricercato (in stile Feel Good Inc. ma più seriosa e suonata) forse simbolo della canzone moderna che cerca di spaziare il più possibile tra i vari generi, quasi ipnotica che sa rapirti a primo ascolto come è successo a me, sicuramente perfetta per un aperitivo o per ambienti Chill da fine nottata.
Per il resto le rimanenti tracks (12 totali) scorrono via che è una meraviglia, tra schitarrate acustiche, bassi quasi dub e pianole ipnotiche, che forse rendono di più se ascoltate in sequenza e senza pause, così da riuscire a farti percepire l'atmosfera londinese ed a farti immergere nel rilassante flusso sonoro dei Good the Bad & the Queen.
Ultima nota per la magica traccia 8, "Nature Spring" davvero suggestiva e molto molto rilassante, che riesce ad agire meglio di una pillola Moment!
Insomma un album da 5 stelle, un ottimo esordio, un album da avere e che consiglio vivamente di scaricare (legalmente! hehehe) o di procurarvi e che si candida per il best album 2007.
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