In questo inizio d'anno abbastanza avaro di release davvero significative, è finalmente arrivata la folgorazione. Ed è arrivata nel modo più sorprendente ed inatteso, ma con un'intensità davvero elevata. 'The Courage of Others' degli americani Midlake è un disco che si inchioda all'anima, un messaggio destinato a risvegliare emozioni solitamente sopite. E' un album cupo ma vibrante allo stesso tempo, che, pur restando nell'alveo di ciò che viene comunemente definito "folk", riesce a toccare le corde per le quali noi appassionati di indie-rock siamo particolarmente sensibili. Rileggendo la storia di questa band di Denton (Texas), giunta al terzo disco della carriera, potremmo dire che finalmente i nostri hanno trovato l'alchimia giusta per un indie-folk azzeccatissimo. E, navigando alla ricerca di commenti sul web, si può dire che questo disco abbia acceso gli entusiasmi di tantissimi appassionati, stregati dalle 11 tracce in esso contenute. La base da cui si parte è naturalmente un sapiente uso delle chitarre, protagoniste sia nella versione acustica che in quella elettrica. Ma la strumentazione varia, con l'inserimento di tastiere e strumenti a fiato (flauto traverso), rendendo ogni pezzo riconoscibile ma mantenendo una sostanziale organicità, forse la caratteristica più rilevante dell'album. E' difficile, infatti, slegare i vari brani, che vanno analizzati (e anche ascoltati) uno di seguito all'altro. La voce di Tim Smith, singer e songwriter della band, è profonda, intensa, per certi versi "antica" e inoltre molto americana. 'The Courage of Others' guarda molto al passato. Non deve sorprendere l'accostamento ai Jethro Tull nè il rimando ai Radiohead, il cui fantasma i Midlake hanno sempre incrociato e, per certi versi, sofferto. Come già detto, l'album è da ascoltare tutto d'un fiato, possibilmente abbandonandosi alle più istintive e pure emozioni. Tra i brani migliori, spicca la traccia d'apertura, nonchè primo singolo, 'Acts Of Man', incalzante e suadente. 'Winter Dies' comincia folk e si conclude con un tripudio di suoni. 'Core of Nature' riprende la traccia di apertura e ne conferma la grazia. 'Fortune' è un intermezzo più leggero che ci porta verso la seconda parte del disco, dove troviamno, tra le altre, la bellissima 'Rulers, Ruling All Things', con la voce che quasi insegue la base musicale ed acustica, e la title-track 'The Courage of Others', che si fa apprezzare soprattutto per i soavi intermezzi strumentali e per lo splendido finale carico di vibrante elettricità. E' questa, finora, la migliore release del 2010.
giovedì 4 marzo 2010
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2 commenti:
Ottima segnalazione!
ascolterà allora :-D
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