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Quando parliamo di post-punk e di altern-rock non possiamo non far riferimento a Robert Smith ed ai The Cure, band inglese che ha fatto delle atmosfere evocative e della sperimentazione musicale il suo marchio di fabbrica. La storia dei Cure inizia nell'ormai lontano 1976, sotto il segno dell'inquieto musicista ed artista Robert Smith. Accanto a lui si sono alternati negli anni tanti compagni di strada, in una band che più volte ha cambiato formazione. Gli esordi sono in perfetto stile dark alla-Joy Division. Qualcuno parla di goth-rock, anche se Smith ha sempre rifiutato questa etichetta. E' forte anche l'influenza di un grande come David Bowie, evidente soprattutto nel disco d'esordio 'Three Imaginary Boys' (1978). Il successo arriva con il secondo singolo 'Boys Don't Cry', di atmosfera abbastanza leggere in confronto alle prime opere della band. La svolta musicale in senso pop-rock arriva però verso la metà degli anni '80 ed è anche grazie a questa svolta che i Cure riescono ad arrivare al grande pubblico ed anche al successo internazionale. L'album che simboleggia questo passaggio è 'The Head On The Door' del 1985. Primo singolo dell'album è il pezzo che vi proponiamo nela puntata odierna di IndieReloaded, e cioè 'In Between Days'. Curioso il video, uno dei più riusciti a mio parere in una carriera costellata da genialità e grande voglia di sperimentare, sempre comunque nel segno dell'altern-rock. Cambiando continuamente formazione, e sempre sotto la geniale sregolatezza di Robert Smith, i Cure hanno continuato a fare musica negli anni '80 e '90, rallentando la produzione nel nuovo millennio, durante il quale sono stati comunque impegnati in lunghi tour rigorosamente sold-out. Il nuovo disco dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) uscire tra qualche mese...
(tratto da Wikipedia.org) Il termine musica indie (neologismo della lingua inglese derivato dalla contrazione del termine independent) è riferibile ad un insieme di generi musicali caratterizzato da una certa indipendenza, reale oppure percepita, dalla musica pop commerciale e da una cultura cosiddetta mainstream (cultura di massa), nonché da un approccio personale alla musica stessa. Il termine Indie è spesso confuso con il tipo di suono prodotto dal musicista quando è in realtà il modo in cui il suono è presentato o prodotto. Infatti, esso è spesso associato a un artista o a un gruppo che non fa parte della cultura mainstream o che fa musica al di fuori dell'influenza della stessa. Sebbene lo stile musicale di questi gruppi possa variare molto, tale associazione deriva infatti da un atteggiamento tipo "fai-da-te" e dall'abilità di lavorare al di fuori delle grandi corporations. Tuttavia, non è affatto detto che un'etichetta che si definisce indipendente garantisca un approccio libero, non orientato verso il marketing o comunque a uno stile musicale prettamente commerciale, né d'altra parte è vero che le major stesse siano orientate esclusivamente alla produzione di musica commerciale (vedi Radiohead, Pulp, Sonic Youth e The Flaming Lips). Più comune in Italia è la definizione indipendente per identificare tale approccio, preferendo usare il termine indie per definire un genere musicale vero e proprio, comunque spesso associabile a un approccio indipendente a livello di etichetta discografica. La parola indie è utilizzata talvolta per fare riferimento specificamente a vari generi o suoni. Negli anni novanta molti gruppi Britpop erano definiti indie, anche se la maggior parte degli artisti avevano siglato contratti con le major e dominavano le classifiche di vendita."
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