Ogni promessa è debito, ed è quindi con enorme piacere che vi parlo del nuovo album dei The Black Angels. 'Phosphene Dream' è un album davvero interessante, che spinge questo gruppo del Texas verso la consacrazione del mondo del rock psichedelico, dopo i primi due album 'Passover' (2006) e 'Direction to See a Ghost' (2008) che sono stati ben accolti dagli amanti del genere. Come già anticipato nel corso dell'ultima puntata di Abbey Radio, la novità di questo terzo disco è la presenza costante della tastiera in tutte le tracce. Il lavoro è condito da riff di chitarre, tonalità psichedeliche ed atmosfere dark. Queste sono le impressioni che vengono in mente durante il primo ascolto. Nei brani si riscontra l'evidente nostalgia dei Black Angels per gli anni '70, per gruppi classici come Pink Floyd, Velvet Underground o, in particolare, The Doors. Proprio con questi ultimi si sentono parecchie similitudini, nei testi e nella voglia di combinare, in modo quasi idilliaco, musica e sensi. L'album è composto da 10 brani, tutti con un ritmo diverso, che rapisce, sensazione che mi capita poche volte, ma in questo lavoro c'è molto da prendere e da ascoltare. Un ritmo che cambia in continuazione, ma che riesce ad impossessarsi delle vostre orecchie, passando per la testa fino a raggiungere i piedi. Ascoltandolo non si riesce a stare fermi, soprattutto ascoltando brani come 'Telephone', che è anche il primo singolo, o 'Sunday Afternoon'. 'River Of Blood' è un chiaro omaggio al Re Lucertola ed ai suoi compagni di trip. 'Bad Vibration', brano di apertura, è il loro biglietto di viaggio verso atmosfere più dark. Da tenere in considerazione anche brani brillanti come 'Haunting at 1300 McKinley', con i suoi colpi di chitarra e batteria, e 'Yellow Elevator #2', fino alla melodia orientale di 'True Believers'. Conclude l'album la chitarrerissima 'The Sniper'. Di certo a questi 5 ragazzi di Austin non mancano le idee, e siamo contenti che riescano a metterle in pratica così bene.
domenica 3 ottobre 2010
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