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Ogni promessa è debito, ed è quindi con enorme piacere che vi parlo del nuovo album dei The Black Angels. 'Phosphene Dream' è un album davvero interessante, che spinge questo gruppo del Texas verso la consacrazione del mondo del rock psichedelico, dopo i primi due album 'Passover' (2006) e 'Direction to See a Ghost' (2008) che sono stati ben accolti dagli amanti del genere. Come già anticipato nel corso dell'ultima puntata di Abbey Radio, la novità di questo terzo disco è la presenza costante della tastiera in tutte le tracce. Il lavoro è condito da riff di chitarre, tonalità psichedeliche ed atmosfere dark. Queste sono le impressioni che vengono in mente durante il primo ascolto. Nei brani si riscontra l'evidente nostalgia dei Black Angels per gli anni '70, per gruppi classici come Pink Floyd, Velvet Underground o, in particolare, The Doors. Proprio con questi ultimi si sentono parecchie similitudini, nei testi e nella voglia di combinare, in modo quasi idilliaco, musica e sensi. L'album è composto da 10 brani, tutti con un ritmo diverso, che rapisce, sensazione che mi capita poche volte, ma in questo lavoro c'è molto da prendere e da ascoltare. Un ritmo che cambia in continuazione, ma che riesce ad impossessarsi delle vostre orecchie, passando per la testa fino a raggiungere i piedi. Ascoltandolo non si riesce a stare fermi, soprattutto ascoltando brani come 'Telephone', che è anche il primo singolo, o 'Sunday Afternoon'. 'River Of Blood'è un chiaro omaggio al Re Lucertola ed ai suoi compagni di trip. 'Bad Vibration', brano di apertura, è il loro biglietto di viaggio verso atmosfere più dark. Da tenere in considerazione anche brani brillanti come'Haunting at 1300 McKinley', con i suoi colpi di chitarra e batteria, e 'Yellow Elevator #2', fino alla melodia orientale di 'True Believers'. Conclude l'album la chitarrerissima 'The Sniper'. Di certo a questi 5 ragazzi di Austin non mancano le idee, e siamo contenti che riescano a metterle in pratica così bene.
(tratto da Wikipedia.org) Il termine musica indie (neologismo della lingua inglese derivato dalla contrazione del termine independent) è riferibile ad un insieme di generi musicali caratterizzato da una certa indipendenza, reale oppure percepita, dalla musica pop commerciale e da una cultura cosiddetta mainstream (cultura di massa), nonché da un approccio personale alla musica stessa. Il termine Indie è spesso confuso con il tipo di suono prodotto dal musicista quando è in realtà il modo in cui il suono è presentato o prodotto. Infatti, esso è spesso associato a un artista o a un gruppo che non fa parte della cultura mainstream o che fa musica al di fuori dell'influenza della stessa. Sebbene lo stile musicale di questi gruppi possa variare molto, tale associazione deriva infatti da un atteggiamento tipo "fai-da-te" e dall'abilità di lavorare al di fuori delle grandi corporations. Tuttavia, non è affatto detto che un'etichetta che si definisce indipendente garantisca un approccio libero, non orientato verso il marketing o comunque a uno stile musicale prettamente commerciale, né d'altra parte è vero che le major stesse siano orientate esclusivamente alla produzione di musica commerciale (vedi Radiohead, Pulp, Sonic Youth e The Flaming Lips). Più comune in Italia è la definizione indipendente per identificare tale approccio, preferendo usare il termine indie per definire un genere musicale vero e proprio, comunque spesso associabile a un approccio indipendente a livello di etichetta discografica. La parola indie è utilizzata talvolta per fare riferimento specificamente a vari generi o suoni. Negli anni novanta molti gruppi Britpop erano definiti indie, anche se la maggior parte degli artisti avevano siglato contratti con le major e dominavano le classifiche di vendita."
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