Ecco un appassionato reportage che il nostro Luca ha scritto dopo aver assistito al concerto degli U2 allo Stadio Olimpico di Roma lo scorso 8 ottobre. Enjoy!
Aspettavo un loro concerto ormai da tanto tempo, e finalmente dopo anni di attesa sono riuscito ad assistere dal vivo allo spettacolo musicale dei quattro folletti irlandesi. Le aspettative erano incredibilmente alte per un concerto che si preannunciava memorabile, con la presenza degli Interpol come gruppo spalla. Era l’ultima tappa europea del 360° Tour, che si svolgeva allo stadio Olimpico della magnificent Roma esaurito con una cornice di 75 mila persone venute da ogni parte d’Italia e d’Europa per ascoltare le schitarrate di The Edge, il basso di Adam Clayton, il ritmo della batteria di Larry Mullen e la voce straordinaria di Bono Vox. Gli Interpol hanno l’onore di aprire le danze e di surriscaldare l’atmosfera all’interno dello stadio. Purtroppo il traffico romano mi ha fatto perdere la performance della band statunitense e ho ascoltato 'Evil' al di fuori dello stadio. Questo è stato l’unico neo della mia serata. La prima sensazione al mio arrivo all’interno dell’Olimpo è stato lo stupore, dovuto all’impressionante presenza di miglia di persone e dal gigantesco palco, chiamato The Claw, ovvero un enorme artiglio a 4 zampe. Al centro della struttura si ergeva un’antenna, sotto la quale c’era una fascia di maxischermi a 360 gradi. Verso le 21,30 i quattro ragazzi formatisi a Dublino nel 1976 entrano nel 'Colosseo della musica' accompagnati dalla note di 'Space Oddity' e dal crescente entusiasmo del pubblico italiano. Bono, salito sul palco, grida per tre volte la parola ROMA, per attirare l’attenzione di tutti, e poi inizia il concerto con 'Beautiful Day'. Non c’era miglior canzone per aprire questo concerto. Finalmente sono riuscito ad assistere per la prima volta ad un concerto di una della migliori band, forse la migliore, dell’ultimo trentennio. La scaletta era composta sia dai brani più celebri, sia da quelli del loro ultimo album 'No Line on the Horizon'. Gli U2 riescono sempre a tenere un ritmo molto elevato e ipnotico. Uno dei momenti più suggestivi è arrivato quando hanno cantato 'Still haven’t found what I’m looking for' in cui il pubblico è stato artefice di uno spettacolo e gli U2 gli spettatori, perché per ogni posto a sedere c’era un cartoncino di diverso colore in base al settore, nel mio caso era verde, e durante la canzone si sono formate tre diverse scenografie. Nella Curva Sud veniva rappresentata la bandiera dell’Irlanda, nella Tribuna Tevere la scritta ONE e infine nella Curva Nord la bandiera dell’Italia. Da brividi. Non sono mancati gli omaggi degli U2, sempre molto attivi sul piano sociale, ai ragazzi di Teheran, a Roberto Saviano (soprannominato Beautiful Spirit) e alla politica birmana Aun San Suu Kyi. 'Miss Sarajevo' è stato un tributo al grande Pavarotti, con le parti in italiano cantate sempre dalla sublime voce di Bono. Lo spettacolo è continuato all’insegna della buona musica targata U2, caratterizzato dal palco e dalle luci che cambiavano colore in continuazione, dalla torre/antenna che sparava laser al di sopra dello stadio, come se fosse un faro, e dagli schermi mobili. Il palco si è tinto di verde durante la canzone 'Sunday Bloody Sunday', con un chiaro riferimento alle loro origini e al significato della canzone. Dalle prime note di 'With or Without You' si intuisce che ci stiamo avvicinando alla conclusione del concerto, ma ogni fan si può ritenere soddisfatto per ciò che ha vissuto durante la serata. 'Moment of Surrender' è l’ultimo pezzo della scaletta, gli U2 escono tra gli applausi, le luci del palco si spengono e ogni spettatore torna a casa esausto e senza voce. Tutte le aspettative attorno a questo evento sono state ampiamente soddisfatte. La loro musica, il calore del pubblico, gli effetti visivi: tutto ciò ha reso speciale e indimenticabile uno dei più bei concerti ai quali io abbia assistito. Ne ho visti parecchi, ma non sono mai abbastanza.
domenica 24 ottobre 2010
I reportage di Luca: U2 live @Roma
Luca
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2 commenti:
Ma chi se ne frega dei messaggi sociali di Bono Vox pensassero a fare la musica invece di fare politica!
Non sarà molto politically correct, ma sono totalmente d'accordo con te!!
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