Tutto ebbe inizio da una pista da ballo. Niente a che vedere
con scene alla Tempo delle mele,
però. Il dancefloor era quello che
accese, alla fine del 2005, gli ormoni
di un giovanissimo e non ancora ‘dannato’ Alex Turner che con i suoi Arctic
Monkeys, presentatisi al mondo con I Bet You Look Good On The Dancefloor, dava un vero e proprio schiaffone –
musicalmente parlando – a una scena alt-rock ancora tramortita dai residui del
Britpop e da ciò che rimaneva del grunge.
Era, quella urlata da Alex Turner, l’esplosione (termine non
casuale) di quella che sarebbe stata chiamata nu-wave. Era il 2006 e un manipolo di ragazzetti palermitani, amici
per la pelle, intuivano che, Oltremanica, qualcosa di importante stava
accadendo e, contando sulle primissime
connessioni flat e su una rudimentale conoscenza del web (i social erano
ancora di là da venire), iniziavano semplicemente a informarsi, ascoltare e
scrivere. L’esplosione indie
(IndiExplosion) cominciava, quindi, a propagarsi: lo stesso termine, indie,
si apprestava a diventare familiare anche a chi, prima, non ne aveva mai
sentito parlare.
Ma cos’era
IndiExplosion? Sostanzialmente, uno spazio web che segnalasse prontamente
le nuove uscite nell’universo indie-rock, proponesse i video che cominciavano a
circolare nell’altrettanto giovane piattaforma YouTube, raccontasse un po’ di
concerti e recensisse i più attesi dischi in uscita senza quelle espressioni
pompose, autoreferenziali e di difficile comprensione di cui sono piene le tante,
troppe recensioni che popolano web e riviste specializzate. Tutto in sinergia
con un altro progetto che le menti
malate dei suddetti ragazzetti avevano partorito appena un paio d’anni prima:
una web radio libera, alternativa, semi-illegale e senza freni che portava
l’ambizioso nome di Abbey Radio. Perché proprio dagli studi di Abbey Road e
dai loro più celebri coinquilini tutto ebbe inizio, nei favolosi Sixties.
Sin dai primissimi post – era il gennaio 2007 –
IndiExplosion ha fatto da cassa di risonanza non solo agli Arctic Monkeys, ma
anche a band che proprio in quegli anni avviavano la loro carriera, talvolta
partendo da MySpace o da altre piattaforme web. I pezzi dei Kasabian, dei Bloc Party, dei Maximo Park, degli Snow
Patrol, di Interpol, Editors, The Darkness, Arcade Fire, Libertines, Strokes e di
innumerevoli altre band hanno popolato per anni le nostre pagine virtuali,
così come le puntate di Abbey Radio. Finchè il corso della vita non ha
strappato gli oramai ex ragazzetti, nel frattempo un po’ cresciuti, alle loro
più forti passioni per condurli nell’alveo dannato delle ansie lavorative.
All’albeggiare del nuovo decennio, però, la passione ha inesorabilmente ripreso il
sopravvento e la pagina Facebook di IndiExplosion, che intanto languiva da
qualche anno nel dark web, ha a sua volta ripreso vita. Con l’obiettivo di
tornare a essere, per tutti gli amici che condividono la nostra passione, quella ‘bussola’ che ci aiuti a orientarci
nell’oceano delle nuove uscite musicali con lo stesso, identico spirito degli
inizi. Certo, anche con un po’ di capelli bianchi e qualche chilo in più.
Ma persino Alex Turner, se lo guardate
bene, ha le rughe.
Dj Fabbra, Espo, Fab,
Luca