Secondo singolo per i newyorkesi Vampire Weekend: il neonato "Contra" sta sfornando pezzi davvero interessanti, e tra questi possiamo anche annoverare questa 'Giving Up The Gun', un indie-pop frizzante e movimentato al punto giusto, afro-caraibico come tante altre loro creature in un misto di generi che potrà essere apprezzato solo dopo molti ascolti (i VP non sono di presa immediata). Intendo sottolineare anche il simpatico video che accompagna la canzone, dove potrete notare alcune presenze celebri (Jake Gyllenhaal e uno dei Jonas Brothers su tutti): anche questo serve a promuovere il tutto. Beh, a chi è rimasto deluso dalle premesse (la stranissima 'Horchata') che precedevano l'uscita del secondo album della band americana, dico di ascoltare per bene le 10 tracce per 36 minuti di durata per almeno un paio di volte: non ne rimarrete delusi, garantito !!!
venerdì 26 febbraio 2010
VAMPIRE WEEKEND - 'Giving Up The Gun'
INDIE REPORTAGE - KASABIAN @ESTRAGON (BO) 19-02-10
Riceviamo e pubblichiamo con grandissimo piacere l'ottimo reportage scritto dal nostro amico Met, che ha assistito ad un esaltante live degli immensi Kasabian. Grazie per il prezioso contributo!
"Seconda tappa per i Kasabian in Italia, dopo Milano eccoli a Bologna per una data già annunciata Sold Out. Arrivo all'Estragon alle 9 passate e lo trovo bello pieno; dopo l'interminabile fila al guardaroba il vostro intrepido cronista sfida insulti e occhiatacce ed utilizzando una redditizia tattica raggiunge una buona posizione davanti al fonico, ottima per l'ascolto. Nessun gruppo spalla per questa data, l'attesa è breve e alle 10 e un quarto circa si comincia! La prima canzone è una b-side di Underdog, 'Julie & The Mothman' seguita immediatamente da 'Underdog' stessa. Il pubblico è già carico e partecipe e non risparmia le corde vocali. I Kasabian sono on stage con un chitarrista e un tastierista in più e questo migliora certamente la qualità del live. L'ispirazione agli Oasis è evidente, anche se Sergio Pizzorno sta meno in disparte di Noel Gallagher e un Tom Meighan in gran forma (con nuovo taglio di capelli mi fa notare la mia accompagnatrice) che ricorda molto di più il Dave Gahan dei bei tempi. Parte 'Where Did All The Love Go?' seguita da 'Swarfiga', quindi arriva il momento di scatenarsi e cantare con 'Shot the Runner', 'I.D.', 'Processed Beat' e quindi si ritorna sul nuovo album con 'Take Aim' che a mio parere suona meglio dal vivo; non ci sono pause in questa gran performance. Seguono 'Stuntman' , 'Empire' ed una trascinante 'Fast Fuse'. La tromba iniziale di 'The Doberman' non può non far ricordare i capolavori di Sergio Leone in una citazione (voluta?) molto apprezzata dal sottoscritto. E siamo già ai bis ed al delirio puro : 'Fire', 'Vlad The Impaler' (GET LOOSE GET LOOSE!!!!) ci portano alla conclusione di questo fantastico concerto con 'LSF' cantata in pratica insieme al pubblico. Applausi e saluti più che meritati, l'impressione è che anche i Kasabian abbiano passato una gran serata, impressione più che confermata da una fonte anonima sul bus per il ritorno che dichiara di aver assistito ad un concerto migliore qui a Bologna rispetto che a Milano. In sintesi successo e lodi più che meritate per i Kasabian che si confermano una realtà più che solida del panorama musicale, lasciando i fans accorsi all' Estragon ON FIRE!!"
mercoledì 24 febbraio 2010
WOLFMOTHER - 'WHITE FEATHER'
Alla fine del 2009 avevo inserito 'Cosmic Egg', ultimo album in studio dei Wolfmother, nella mia top ten dei migliori dischi dell'anno. A qualche mese di distanza posso dire di non aver minimamente cambiato idea: l'album è un concentrato di energia rock come raramente capita di ascoltare ultimamente, e anche il secondo singolo estratto conferma questa sensazione. Esce questa settimana in UK 'White Feather', pezzo forse più sporco e meno immediato rispetto al precedente singolo 'New Moon Rising', ma non per questo destinato ad avere meno presa. Per chi ancora non li conoscesse, i Wolfmother sono una band australiana, capitanata dal riccioluto Andrew Stockdale, formatasi nel 2000 ma passata attraverso tensioni e cambi di formazione. Risultato: due soli album pubblicati finora, ma entrambi di grande qualità. Come ho già detto qui su IndiExplosion, mi sembra evidente l'influenza specialmente dei Led Zeppelin nella loro formazione musicale, anche se Andrew ha spesso citato altri artisti, tra cui Jimi Hendrix, i connazionali AC/DC e The Doors. Nomi importanti, non c'è che dire!
lunedì 22 febbraio 2010
PETER GABRIEL - 'SCRATCH MY BACK'
sabato 20 febbraio 2010
LIGHTSPEED CHAMPION - 'MARLENE'
BAND OF SKULLS - 'Death By Diamonds and Pearls'
I ragazzi ci sanno fare... e sono un'enorme sorpresa per il sottoscritto che è rimasto rapito dalla grinta dei Band Of Skulls, alias Russell Marsden, Emma Richardson e Matt Hayward, un trio di cui sentiremo parlare a lungo. Gli Skulls, provenienti da quel di Southampton, si sono messi in mostra nei primi mesi del 2009, quando 'I Know What I Am' seppe raggiungere un successo tale da collocarlo come Single Of The Week (scaricabile gratuitamente) per iTunes: da allora, un crescendo di proseliti a seguito del gruppo che mescola un aggressivo garage-rock in stile White Stripes ad un tocco di blues di sottofondo. Marzo 2009 è un altro periodo fortunato perchè vede la nascita di "Baby Darling Doll Face Honey", debut album prodotto da Ian Davenport (Supergrass e Badly Drawn Boy tra le sue collaborazioni), che contiene anche 'Friends', inserito nella colonna sonora di Twilight: New Moon. La traccia che vi vogliamo presentare oggi è l'ultimo singolo, pubblicato a fine 2009, 'Death By Diamonds and Pearls', dove l'influenza di Jack White si sente sin dalla prima nota... A voi il giudizio, ora!
venerdì 19 febbraio 2010
LE RECENSIONI DI LUCA: YEASAYER - 'ODD BLOOD'
Come promesso ecco la recensione sul nuovo album appena uscito cavuru cavuru (caldo caldo) dei Yeasayer. Stiamo parlando di 'Odd Blood'. Prima di dirvi le impressioni sull’album, è corretto fare un rapido excursus sulla storia di questo nuovo gruppo di Brooklyn. La band è formata principalmente da tre pilastri, ovvero Anand Wilder (chitarra), Chris Keating (pianoforte e voce) e Ira Wolf Tuton (basso). A questi si aggiungono artisti in base alla musicalità dei diversi pezzi. I Yeasayer hanno riscontrato un modesto successo con il loro primo album 'All Hour Cymbals' del 2007 e con questo nuovo lavoro stanno cercando la consacrazione come uno delle migliori psychedelic pop band. Ascoltando il disco la prima sensazione che si può notare è l’assenza di similitudine musicale tra le diverse tracce dove ogni brano nasce e finisce con un suono nuovo e tutto proprio, e questa è sicuramente la vera forza dei Yeasayer, ovvero la ricerca continua dell’experimental rock. Il pezzo d’apertura del disco è 'The Children', al primo ascolto sembra un po’ inquietante, ma dopo averlo assaporato meglio vi piacerà sicuramente, rievoca molto 'Kid A' dei Radiohead. Il brano successivo è il primo singolo di questo disco ovvero 'Ambling Alp', già precedentemente commentato, come secondo singolo è stata scelto 'One', un pezzo davvero interessante, in linea con il suono degli Animal Collective, che invoglia ad alzarsi ed a ballare a tempo di musica. 'Love Me Girl' e 'I Remember' sono sicuramente i brani più sperimentali dell’album, che riassumono la vena creativa di questo imprevedibile gruppo. Invece i brani più futuristici sono 'Rome' e 'Mondegreen'. La durata del disco è di circa 40 minuti, durante i quali navigherete tra le diverse tonalità della musica sperimentale.
mercoledì 17 febbraio 2010
DELPHIC - 'HALCYON'
COLD WAR KIDS - 'AUDIENCE'
sabato 13 febbraio 2010
INDIECONCERT - ARCTIC MONKEYS LIVE @BARCELONA (06-02-10)
La sensazione arrivando al Palau Sant Jordi di Barcellona è quella di stare per assistere ad un concerto "storico". Non perchè la data in sè abbia un valore particolare all'interno di un tour molto lungo, ma semplicemente perchè un concerto delle Scimmie Artiche potrebbe, un giorno, diventare un evento da raccontare ai nipotini, come si suol dire. Come detto tante volte nel corso delle analisi di fine decennio, gli Arctic Monkeys sono tra i pochissimi che sono riusciti da lasciare un segno evidente, e tutto fa pensare che anche in futuro saranno assoluti protagonisti. La location è ottima, il sold out è d'ordinanza e il pubblico freme. Ad aprire ci sono i Mystery Jets e c'è curiosità per vedere cosa sapranno proporre anche loro dal vivo. Qui però arriva una piccola delusione personale. Ci provo ad ascoltare con attenzione, vorrei farmi travolgere ma i ragazzi non riescono nel loro obiettivo. E come me anche gran parte del pubblico non si scalda. Il sound non è male, intendiamoci, ma manca quella verve che, fortunatamente, verrà qualche ora dopo, quando sul palco ci saranno i numeri uno. Intorno alle 10 ecco le luci spegnersi e la band entrare. Ci siamo, il pubblico è caldo, l'attesa è conclusa. Il primo pezzo è inatteso e soft, 'Dance Little Liar' tratto da Humbug. La seconda però è una bomba e con 'Brianstorm' il pubblico è già bollente. L'esecuzione live di questa canzone è da brividi. Energia dark e rock'n roll si fondono alla perfezione. Intanto il fumo iniziale si dirada e iniziamo a vedere Alex. Capelli lunghi alla Kurt Cobain, sguardo serio e concentrato, atteggiamento terribilmente cool. Nè lui nè gli altri componenti della band si muovono in modo particolare. Non provano a fare spettacolo o ad ingraziarsi il pubblico con frasi ad effetto, moine o assoli. Sono terribilmente concentrati sulla loro musica e dannatamente cool. Mi colpisce in particolare lo sguardo di Alex, quasi timido nell'affrontare il pubblico ma nello stesso tempo assolutamente consapevole del suo immenso talento. Ecco cosa colpisce: l'intensità della musica, la dolcezza o la potenza (a seconda dei pezzi) delle note non richiede altro e anche uno show minimal come quello a cui stiamo assistendo regala tante emozioni. La band accompagna in modo perfetto e nessuno ruba la scena ad Alex Turner, che peraltro se la prende in modo quasi naturale. L'impressione è che i ragazzini degli inizi siano parecchio cresciuti, acquisendo una self-confidence inattaccabile. Nella setlist, si attinge molto da Humbug, com'è naturale, ma anche e soprattutto dai pezzi che li hanno resi famosi. Così, 'A View From The Afternoon', 'I Bet You Look Good...' e 'When The Sun Goes Down' (forse la più attesa dal pubblico) fanno la differenza. 'My Propeller' e 'Crying Lightning' sono fresche e anch'esse da brividi. Ci si emoziona per 'Cornerstone' ma verso la fine è 'Secret Door' a far venire quasi da piangere, con un'esecuzione partecipatissima da parte della band condita dall'unico effetto scenico del concerto. L'encore è per due pezzi ormai classici, 'Fluorescent Adolescent' e l'incredibile '505' che chiude lo show. Unica pecca: i ragazzi non sono arrivati all'ora e mezza, probabilmente per impegni successivi al concerto (il solito dj-set in città). Peccato perchè ci saremmo meritati un'altra mezz'ora di grandissimo rock'n roll.
Setlist
dance little liar - brianstorm - this house is a circus - still take you home - potion approaching - red right hand (nick cave cover) - my propeller - crying lighning - catapult - the view from the afternoon - i bet you look good on the dancefloor - cornerstone - if you were there, beware - pretty visitors - do me a favour - when the sun goes down - secret door - fluorescent adolescent - 505
martedì 9 febbraio 2010
INDIECONCERT REPORTAGE IN ARRIVO
Presto un ricco reportage sul concerto dei mitici Arctic Monkeys, da quel di Barcelona, da cui l'intero staff di Indiexplosion è appena tornato... critiche positive e negative, impressioni, giudizi e recensione non tarderanno ad arrivare: intanto un assaggio per i nostri lettori...
martedì 2 febbraio 2010
LOS CAMPESINOS! - 'Romance is Boring'
Olè !!! Los Campesinos! sonos tornatos... A parte gli scherzi, neanche sono spagnoli questi simpatici ragazzi gallesi che hanno all'attivo due eccellenti produzioni, "We Are Beautiful, We Are Doomed" e "Hold On Now, Youngster", entrambi del 2008. Il 2010, invece, si apre col nuovissimo e fresco "Romance Is Boring" da cui i Campesini estraggono la title track. Gli ingredienti sono sempre gli stessi: indie-pop ultrascanzonato, effervescente, allegro, tendente sempre al punk, senza mai toccare però tonalità punk-rock. Se non siete rimasti delusi dai primi due album, non aspettatevi sostanziosi miglioramenti e continuate a godere della semplicità dei Los Campesinos! Olè !!!!