lunedì 5 febbraio 2007

RECENSIONI: SEAN LENNON - FRIENDLY FIRE

Forse non è un disco per gli appassionati del rock puro. Perché non è un disco rock, anche se il cognome dell’autore dà i brividi a chi, come gli amici di IndiExplosion, è un seguace del brit-rock. C’era una volta il mito, il genio che ha contribuito a creare quel filone che ancora oggi continua ad accendere la nostra passione. Stiamo parlando di John Lennon, il più estroso tra i Fab Four, come tutti sappiamo ucciso da un fan schizoide l’8 dicembre 1980 a New York. C’è, oggi, Sean Lennon, una sola sillaba di differenza nel nome rispetto al celeberrimo papà, una straordinaria somiglianza somatica e una carriera musicale ancora giovane e non ancora esplosa. L’ultimo lavoro di Sean Lennon, che è in tournée e passerà nei prossimi mesi anche dall’Italia, si chiama Friendly Fire ed è un disco di 10 tracce tutto da scoprire. Avrei scritto una recensione anche nel caso in cui il disco non mi fosse piaciuto, quasi come un omaggio al papà-idolo John. Ma il disco mi è piaciuto e lo consiglio a tutti coloro che amano la musica senza preconcetti ed etichette. Scordiamoci, però, John, o almeno non pretendiamo di riascoltare John Lennon attraverso la voce del figlio. Friendly Fire (titolo curioso pensando alla mano che uccise il padre, un fan-atico dei Beatles) è un bel disco easy-listening, dolce, brillante, non banale. La voce di Sean Lennon non è vagamente roca come quella di John, ma ha una vena di nasale che la rende facilmente riconoscibile, possiamo dire unica. Dieci tracce basate soprattutto su sonorità da chitarra acustica alternate a pianoforte, batteria (solo in alcune) ed accenni di sample elettronici. Se proprio la tentazione di accostare lo stile di Sean Lennon a quello del padre è troppo forte, allora possiamo dire che ascoltando Friendly Fire viene in mente la bellissima Beautiful Boy (Darling Boy) scritta da John Lennon nel periodo successivo allo scioglimento dei Beatles. Sean Lennon ha scritto un disco da relax, senza troppe pretese di spaccare il mondo o di lanciare il singolo della vita, ma è riuscito a produrre 10 tracce di qualità nelle quali la sua voce quasi accompagna la musicalità dei brani, fondendosi con essa invece di prevaricare. Tra le tracce da segnalare, l’omonima Friendly Fire, la struggente On Again Off Again, nella quale si sente più pressante l’esigenza di un ritornello sufficientemente orecchiabile e, infine, la traccia di apertura, Dead Meat, che contiene apprezzabili cambiamenti di ritmo al suo interno. John Lennon non è tornato, ma Sean sta rapidamente maturando.


6 commenti:

Anna ha detto...

Devo dire che la vostra attività di divulgazione di generi musicali che per la loro stessa natura non si rivolgono al grande e culturalmente livellato pubblico è senza dubbio ammirevole... Mi sono documentata sul genere a cui vi riferite. Seguirò il vostro blog con attenzione!

fab ha detto...

Bel commento! Hai colto in pieno il nostro obiettivo e spero possiamo esserti d'aiuto nell'orientarti nel mondo della (grande) musica...

Fabbra ha detto...

Ottima recensione Fab, sai che anch'io ho apprezzato questo disco, che abbiamo anche fatto ascoltare su Abbey Radio.
Cmq la mia traccia preferita è la 2, ovvero "Wait For Me", reincarnazione quasi naturale del Beatles "mood" e "sound".

fab ha detto...

Ma infatti Abbey Radio rules! Bella la traccia 2, faccio fatica ad accantonarne qualcuna di questo disco davvero sorprendente!

Anna ha detto...

Ringrazio Fabryd e faccio i miei complimenti a Fabbra ed Espo!Mi sarete sicuramente d'aiuto e di compagnia con Abbey Radio!
Continuate così!

Anonimo ha detto...

trovo questo disco molto bello. Ho anche visto sean dal vivo e credo sia un grande artista. Su questo magazine (www.tracklistmagazine.com) ho trovato una compiltaion di sue collaborazioni molto interessante.
ciao