giovedì 31 marzo 2011

Abbey Radio #48 - Tracklist

Jamie T_Stick'n'Stones
Erland & The Carnival_So tired in the morning
Glasvegas_Euphoria take my hand
Kashmir_Ramparts
Craft Spells_Party Talk
Aucan_Heartless
Let's Wrestle_We're the men you'll grow to love soon
Metronomy_The Look
Joy Division_Atmosphere

mercoledì 30 marzo 2011

Jon Fratelli - 'Santo Domingo'

Vi ricordate The Fratellis? Furono tra le prime scoperte del talent-scout DjFabbra nell'ormai lontano 2006 e il loro 'Costello Music' riscosse un enorme successo. La band di Glasgow si è quindi sciolta dopo il flop del secondo album, e naturalmente noi ve ne abbiamo dato notizia. Ora uno dei "fratelli", Jon, colui che era il leader della band, sta per pubblicare il suo primo progetto solista. E' un lavoro che segue la breve esperienza nella band Codeine Velvet Club, a cui si è unito dopo lo scioglimento dei Fratellis. L'album, in uscita a giugno, si chiamerà 'Psycho Jukebox', e sarà lanciato da un singolo che da oggi è in circolazione anche in rete. Si tratta del pezzo 'Santo Domingo', brano non trascendentale e abbastanza lontano dalle prime produzioni Fratellissiane. La voce roca di Jon, però, è ancora molto piacevole da ascoltare e non è escluso che l'album possa regalarci qualche soddisfazione. Staremo a vedere.

martedì 29 marzo 2011

Abbey Radio #48

Vi offriamo una nuova puntata della nostra web radio di riferimento, Abbey Radio. Questa settimana 76 min. di grandissimo indie, e come di consueto tante news, chiacchere e la simpatia di Dj Fabbra, Luca e il collegamento col nostro Fab da Milano. Tra gli altri potrete ascoltare i Glasvegas, il graditissimo ritorno dei Metronomy e il solito tuffo nel passato con i Joy Division.

The Strokes - 'Call me back'

Questa volta le grandi esclusive targate Indiexplosion sono ben 2. Innanzitutto la notizia del giorno é il nuovo video degli Strokes, che lancia quindi la pubblicazione del secondo singolo ufficiale dopo "Undercover Of Darkness". Questa volta la scelta é ricaduta (un pó a sorpresa) sulla ballata "Call Me Back", forse il pezzo piú cadenzato all'interno di "Angles", tutto il contrario del precendete singolo, pura energia rock. La seconda, ma non meno spiazzante notizia, é che a dirigere il video ci ha pensato nientepopodimenoche il proprio chitarrista Albert Hammond Jr., che si cimenta quindi per la prima volta con molto coraggio dietro la macchina da presa. Essendo maligni ci verrebbe da pensare che evidentemente i problemi economici della band porta anche a questo. Invece, tornando seri, il risultato é sicuramente positivo, con un video che rispecchia in pieno le atmosfere quasi eteree della canzone, con una elegante illuminazione a farla da padrona, numerose gocce d'acqua e una splendida modella che appare al finale con la sua faccia angelica. Molto minimalista, proprio come il brano.

British Sea Power - 'Who's In Control'

Uno degli album più interessanti, ma anche meno chiacchierati di questo inizio 2011 è sicuramente 'Valhalla Dancehall', il quinto disco in studio degli inglesi British Sea Power. I ragazzi di Brighton non hanno per nulla perso il vizio di dare libero sfogo alle loro chitarre, e hanno realizzato un lavoro che è un condensato di energia e spirito puramente rock. In alcuni dei pezzi contenuti in questo album si nota un cambiamento di prospettiva, con l'abbandono dell'epica ridondante in favore di un rock più incisivo e diretto. Tra le gemme di 'Valhalla Dancehall' c'è il secondo singolo estratto, 'Who's In Control', che è anche la traccia d'apertura del disco. Un brano tirato e intenso, che dà l'idea di come sarà il resto dell'album. Il singolo precedente era stato 'Living is so Easy', mentre da segnalare ci sono altri pezzi come 'We Are Sound', 'Luna' e soprattutto 'Mongk II', forse il migliore di tutti. Un disco da avere assolutamente, nonostante la relativa freddezza con cui sembra essere stato accolto. Nomination per la top ten di fine anno.


lunedì 28 marzo 2011

Band emergenti: Brother

Si fa un gran parlare di loro, al punto che qualcuno di voi ci ha anche chiesto informazioni recentemente. Sono quattro giovanissimi ragazzi, si chiamano Brother e vengono da Slough (UK). Stanno cavalcando l'onda di un hype sfrenato in attesa di pubblicare il loro album di debutto, che dovrebbe chiamarsi 'Famous First Words' e uscire in estate. Finora i singoli pubblicati sono due: 'Darling Buds of May' e 'Still Here'. Entrambi i pezzi sono rielaborazioni del sound Britpop, con melodie catchy e ritornelli dilatati. Anche l'atteggiamento del frontman Leonard Newell ricorda quello di gente come Gallagher, Albarn e Ashcroft, nonchè alcune dichiarazioni, vedi "vogliamo diventare la più grande rock band al mondo". Insomma, i ragazzi hanno imparato la lezione, e gli esperti lo hanno notato, avendoli accostati a Blur, Kasabian, Stone Roses, perfino Pete Doherty, fino alla scomoda etichetta di "nuovi Oasis". C'è chi ha coniato il termine "Gritpop" per definire la loro musica (il significato, francamente, mi sfugge). E' comprensibile la grande attesa che li circonda. Noi non li perderemo d'occhio.


domenica 27 marzo 2011

Foo Fighters - 'Rope'

Ve lo dovevamo da tempo: la notizia dell'imminente uscita di 'Rope', primo singolo targato Foo Fighters estratto dall'album in uscita ad Aprile "Wasting Light", era arrivata circa un mese fa' e noi prontamente ve l'abbiamo segnalato! Adesso finalmente, ecco il video che sancisce, a mio avviso, la carica che trasmette questo pezzo, una vera bomba: azzarderei, forse la miglior release in questi primi 3 mesi del 2011. Parlando del video, troverete Dave Grohl e soci all'interno di un cubo pronto ad illuminarsi ad intermittenza seguendo il ritmo irresistibile di 'Rope': cosa aspettate, cliccate qua sotto e se avete qualche corda che vi avanza sapete a chi dovete rivolgervi...


venerdì 25 marzo 2011

Recensione: The Vaccines - "What did you expect from...?"

La stampa inglese li inserisce nel calderone delle "Next big things" della scena british e li consacra come possibili eredi degli Oasis (insieme tra gli altri ai Brother). Liam Gallagher li definisce noiosi, prendendo le distanze dai pareri della critica. Sicuramente una cosa é certa: il debutto ufficiale dei Vaccines ha fatto tanto parlare di sé prima ancora di essere pubblicato e continuerá a farlo visto che si tratta di un esordio davvero interessante. A parer mio piú che ai fratelloni Gallagher la band puó accostarsi al filone post-punk che strizza l'occhio alla new-wave dalle connotazioni dark e malinconiche di band come Glasvegas su tutte. "Blow it up" e "Post break up sex" ne sono le prove lampanti. Anche se in "What did you expect from the Vaccines?" si avverte molta piú solaritá e quel vigore indie-rock che spesso sono mancati nei dischi della band di James Allan e soci. Ma si avverte quá e lá anche il fantasma degli Strokes che riecheggia con la sua anima su parecchi riff. "If you wanna" potrebbe benissimo diventare un inno da stadio, gioioso, dal ritmo incalzante ed epico allo stesso tempo. La ballata "A lack of Undestanding" richiama alla mente gli Editors. Con "Noogard" e "Wolf pack" il ritmo aumenta incontrollabile tanto da passare senza rendersene conto al garage che strizza l'occhio al punk puro e duro. Cosí come nella bomba ad orologeria che apre l'album "Wreckin' Bar". Diretti e senza fronzoli. Come capitava alle punk-rock band di altri tempi (Ramones?). Ma il finale é nuovamente epico e piú che mai di glasvegasiana memoria con "All in white" e "Family Friend" (ques'ultima piú che epica, forse ridondante). Una sorta di "If you wanna" al rallenty.
Giudizio finale: Buon esordio (ma non griderei al miracolo), album forse penalizzato dalla velocitá un pó troppo alterna, ma a mio avviso comunque i Vaccines danno il loro meglio quando pigiano sull'accelleratore aumentando il ritmo. Non per nulla, secondo chi vi scrive, "Wreckin' Bar" e "If you wanna" rappresentano i migliori risultati all'interno dell'album.

una dedica particolare al nostro fan Andrea

giovedì 24 marzo 2011

Abbey Radio #47 - Tracklist.

Young Liars_Marathon
Beck_Loser
Chapel Club_Surfacing
The Wombats_Jump Into The Fog
The Vaccines_Post break-up sex
New Young Pony Club_Chaos
Shout Out Louds_Impossible
Pj Harvey_The last living rose
Tv On The Radio_Will do

mercoledì 23 marzo 2011

Indiexplosion recommends: Craft Spells

Vi presentiamo una delle grandi novitá di questo inizio 2011. Si chiamano Craft Spells e vengono da Seattle, U.S.A. Ufficialmente si dichiarano Lo-fi pop ma con il loro ottimo disco d'esordio "Idle Labor", ci regalano atmosfere di electro e dream-pop di classe con sfumature molto '80s, a metá tra i recenti The XX per lo spirito Lo-fi, i Depeche Mode per l'uso massiccio di synths, la solaritá dei The Drums e le atmosfere del pop sognante dei The Smiths. Sicuramente una delle note liete di questa nuova stagione musicale. E i primi singoli pubblicati ne confermano la tesi. Piu che un piacevole album per chi ama le sonoritá nostalgiche degli anni '80, ma non solo. Da scoprire.

Metronomy - 'The Look'

Questo singolo puó sicuramente aspirare a diventare uno degli inni di questo 2011 musicale. Si tratta di 'The Look', singolo che sancisce il grande il ritono dei Metronomy, band proveniente da Londra che mescola con grande maestria electronica di qualitá e pop-rock alternativo. Quelli che hanno ascoltato il loro nuovo album "The English Riviera", che uscirá proprio in questi giorni parlano di un capolavoro, e anche noi siamo curiosissimi di poterne parlare presto. I Metronomy, capitanati da Joseph Mount, e all'attivo dal '99, in passato erano saliti alla ribalta per aver remixato band come Gorillaz, Franz Ferdinand, Klaxons e Goldfrapp fra gli altri. "The English Riviera" sará il loro attesissimo terzo Lp, dopo i precedenti Pip Paine del 2006 e Nights Out del 2008.

Papercuts - 'Do What You Will'

Tra i protagonisti della scorsa puntata di Abbey Radio c'erano anche loro, che chiusero come si deve quell'appuntamento. Parliamo di Jason Robert Quever e dei suoi Papercuts, indie-pop band di San Francisco, appena usciti con il nuovissimo album 'Fading Parade', il quinto di una carriera che sembra essere finalmente decollata. Il primo singolo estratto dal nuovo lavoro è 'Do What You Will', un pezzo che ricalca perfettamente il loro modo di fare musica e di intendere la musica: leggerezza, raffinatezza, attenzione il dettaglio a livello strumentale. L'album, il primo registrato con la prestigiosa Sub Pop, è composto da 10 tracce niente male, a dimostrazione che il successo del bellissimo 'You Can Have What You Want' (2009) può essere, e presumibilmente sarà, replicato. Questo singolo si connota anche per le azzeccatissime percussioni, ormai marchio di fabbrica del sound targato Papercuts.

martedì 22 marzo 2011

Friendly Fires - 'Live Those Days Tonight'

Ho sempre avuto un debole per i Friendly Fires, 3 ragazzi provenienti da St.Albarns in Inghilterra che fanno della dance-punk music il loro punto di forza. Nel 2008 prepotentemente sfondavano con l'omonimo album d'esordio, che conteneva pezzi come 'Paris' o 'Jump In The Pool': una bomba per chi come me apprezza il lato più alternativo della musica da dancefloor. Dopo la tambureggiante 'Kiss of Life' del 2009 ecco il ritorno ufficiale di Ed Macfarlane e soci con l'album "Pala", la cui uscita è prevista per Maggio prossimo: il primo singolo estratto sarà 'Live Those Days Tonight' in cui spicca il lato più synth dei Fires. Largo alla musica ora, con un consiglio per tutte le tracklists dei parties più scatenati: 'Live Those Days Tonight' non può proprio mancare!


Abbey Radio #47

Ci saranno anche Pj Harvey, The Wombats e la novitá The Vaccines nella nuova puntata di Abbey Radio. Questa settimana in formazione rimaneggiata per le assenze di Fab e Luca ma con i vostri Dj Fabbra ed Espo carichi come non mai in questi 73 min. di grandissimo indie rock, news e tanta simpatia. Don't miss it!

Reportage: Beady Eye live @Alcatraz (MI)

Ecco un gradito reportage del recentissimo concerto dei Beady Eye a Milano, scritto dal nostro "inviato speciale" Pedro (sua anche la foto), al suo esordio ufficiale qui su IndiExplosion. Enjoy!

C'era molta attesa, soprattutto tra i vecchi fan degli Oasis, per quello che sarebbe stato il ritorno in Italia di Liam Gallagher e dei suoi Beady Eye, ed essendo da sempre un loro sostenitore (soprattutto del buon Liam) avevo già deciso da tempo che non potevo mancare. Il concerto tra l'altro era in sold out da mesi e così, spinto dalla curiosità di vedere come se la sarebbero cavata i 4 ragazzi, orfani di Noel Gallagher dopo la clamorosa litigata di Parigi risalente a due anni a fa, mi sono armato di ottimismo e sono partito alla volta dell'Alcatraz di Milano. La sede dell'evento è perfetta. Permette alla band di interagire di più col pubblico, grosso modo lo stesso che li aveva seguiti dovunque quando calcavano ben più grandi palcoscenici in tour con gli Oasis. E oltretutto l'atmosfera più piccola e raccolta del luogo permette a Liam di dosare al meglio la sua voce, apparsa veramente in forma e molto più calda rispetto alle deludenti esibizioni risalenti all'ultimo tour con gli Oasis. L'atmosfera è decisamente nostalgica, dovunque intorno a me ci sono ragazzi che indossano magliette degli Oasis e c'è anche chi si augura che Liam possa intonare qualche classico alla ‘Wonderwall’, cosa che invece non succederà. La band si presenta sul palco con qualche minuto di ritardo e Liam regala ai suoi fan la prima sorpresa della serata: fa il suo ingresso avvolto da una grande bandiera dell'Italia legata al collo, omaggiando il popolo italiano per i 150 anni dell'unità. Non toglierà il mantello tricolore per tutto il concerto e durante l'esibizione farà anche gli auguri per la giornata di festa. L'apertura dell'esibizione è subito rovente: si comincia con ‘Four Letter Word’, pezzo rock dal riff tagliente e di grande impatto. Dimostra di essere già un inno per i fan, con quel "Nothing ever lasts forever" indirizzato neanche troppo velatamente al fratellone Noel, intento di questi tempi, a detta sua, a cambiare pannolini al figlio appena nato e a seguire le sorti della sua squadra del cuore, il Manchester City. Si prosegue con ‘Beatles and Stones’ e ci si catapulta in atmosfere più vintage, che rimandano agli anni della swinging London. Del resto anche il taglio di capelli di Liam è un omaggio a quell'epoca, con quel caschetto che ricorda molto Brian Jones. Si continua poi con l'orientaleggiante ‘Millionaire’ (prossimo singolo) e con ‘For Anyone’, pezzo che mi è piaciuto molto e che ho personalmente etichettato come la ‘Songbird’ dei Beady Eye. Dalle primissime canzoni in scaletta si capisce subito quanto il pubblico si stia divertendo. Le attenzioni sono tutte per Liam che nonostante gli anni che passano dimostra di essere sempre lo stesso: con quella posa statuaria canta inarcandosi sul microfono, quasi a volerlo aggredire, le mani rigorosamente in tasca, il frontman dimostra di possedere ancora quella attitude che manca a molti dei suoi colleghi. Positivo anche il ritorno di Andy Bell alla chitarra, dopo l'esperienza al basso con gli Oasis, mentre Gem Archer dimostra di possedere sempre grande tecnica e presenza scenica. Jeff Wootton (ex Gorillaz) è al basso, Chris Sharrock alla batteria. L'esibizione va avanti ed è il momento di ‘The Roller’, canzone tra le più apprezzate all'interno dell'album. Il pezzo di lennoniana memoria dimostra di aver fatto breccia nel cuore dei fan, che lo cantano a squarciagola. Seguono ‘Wind Up Dream’ e 'Bring The Light’, con quel piano preso in prestito da Jerry Lewis che fa scatenare il pubblico, tanto che il parterre si trasforma in una vera e propria dancefloor. La sequenza più dura e rock della scaletta si chiude con ‘Standing on the Edge of the Noise’, a mio avviso la canzone più glam dell'album, poi si passa a un momento più riflessivo. Liam annuncia che tocca a ‘Kill for a Dream’ e la dedica alla popolazione giapponese devastata dalla catastrofe naturale che tutti conosciamo. Si continua con ‘Three Ring Circus’, poi ‘The Beat Goes On’. La traccia è decisamente beatlesiana, senza dubbio la mia preferita in tutta la setlist. ‘Man of Misery’ è una piacevole sorpresa: uscita in rete qualche anno fa e usata in alcuni spot per il lancio del marchio di abbigliamento Pretty Green, Liam e soci hanno deciso di inserirla in scaletta. Il pezzo non è lungo, è molto rock e suona veramente bene dal vivo! Siamo arrivati quasi alla fine del concerto e inizia ‘The Morning Son’, veramente suggestiva, che Liam canta dando tutto se stesso. La canzone risale a qualche anno fa (è opera di Liam) e molto probabilmente se non ci fossero stati i Beady Eye l'avremmo ritrovata nel nuovo repertorio degli Oasis. Conclusa anche questa traccia, i 4 escono per una piccola pausa per poi tornare con l'encore che è tutto per ‘Sons of The Stage’, cover dei World of Twist. Liam regala l'ultima sorpresa e scende tra la folla per abbracciare le persone assiepate in primissima fila, cosa che fino a qualche anno fa con gli Oasis non si sarebbe mai e poi mai potuta verificare. Uscito dall'Alcatraz mi rendo conto di aver assistito a una grande serata, la cui unica nota stonata è stata rappresentata dalla breve durata dell'esibizione, che si è protratta per poco più di un'ora. Ma i ragazzi hanno comunque presentato tutto il repertorio attuale della band, senza farcirlo con canzoni degli Oasis. Oltretutto, hanno ampiamente dimostrato che possono fare buona musica anche dopo la perdita di un elemento di peso come Noel, e Liam ha già rilanciato annunciando che presto rientreranno in studio per registrare il secondo album. Caro Noel, sarà forse il caso di rimettersi a fare un po' di buona musica?

giovedì 17 marzo 2011

Recensione: The Strokes - "Angles"

Ci sono voluti ben 5 anni per partorirle. 10 canzoni. O meglio 3. Facciamo 4. Si, perché le restanti 6-7 sono proprio a dir poco imbarazzanti. Posso accettare il glam rock vintage di "Gratisfation", singolare (per loro) ma in fin dei conti godibile, ma sono sicuramente da censurare il tuffo negli '80s di 'Two kinds of happiness' e 'Metabolism'. 'Games' fa proprio cagare. Evidentemente in questo trittico si sente troppa l'influenza dell'ultimo lavoro da solista di Casablancas. Troppo pop, troppi '80s synths e troppi effetti speciali da dancefloor per essere Strokes. E anche la voce ne risente, dando l'impressione di essere tanto "manipolata" da richiamare la leggenda del "Paul is Dead". Sará mica Julian a cantare? Con tutta sinceritá non so cosa possa venir fuori dai prossimi live della band.
'Under cover of darkness' é e resterá un signor singolo, pura potenza rock e sono sicuro sará ricordato come uno dei "classici" della band. I probabili futuri singoli (o almeno le meno peggio dell'album) 'Macchu Picchu' e 'Life is simple in the moonlight' ci lasciano svegli dalla noia del livello medio del disco. "Taken for a fool" é davvero riuscita, sia perché incarna la vera anima degli Strokes degli esordi, e sia perché appare come la piú convincente in fase di missaggio e post-produzione. Un album troppo "forzato" per apparire spontaneo. Troppo artefatto per suonare al naturale. Per una band che forse con buona ragione si considera giá alla frutta.

Indiexplosion Recommends: Gold Panda

Come saprete noi di Indiexplosion siamo anche appassionati di musica elettronica. E questa volta vi presentiamo un artista che fa il suo esordio nel nostro blog. Si chiama Gold Panda, viene da Londra, piú precisamente dal quartiere di Peckham, ha 30 anni e dopo aver vissuto in Giappone per un periodo della sua vita ha pubblicato nel 2009 l'esodio autopordotto "Before". Ma é con l'ultimo Lp "Lucky Shiner" uscito qualche mese fa che é venuto alla ribalta, ricevendo recensioni incredibilmente positive da web e riviste del calibro di "NME", "The Guardian" e "Spin". 11 Brani con cui puoi viaggiare con la fantasia, dall'India alla China, con una impareggiabile maestria musicale. Un' indietronica di gran classe, suoni eterei, malinconici, nostaligici ma allo stesso tempo dotati di gran ritmica, esotismo e che si accostano leggermente al pop. Raccomandato agli amanti di Four Tet. I singoli "Marriage" e "Same Dream China" ne sono la conferma. Ve lo raccomandiamo.

About Group - 'You're no good'

Dopo tanti ritorni da parte di band giá famosissime e affermate nel mondo dell'indie rock, ecco che invece si affaccia all'orizzonte di questo 2011 una nuova superband. Si chiama About Group e nasce dalla collaborazione tra il leader degli Hot Chip Alexis Taylor, alcuni membri degli Spiritualized e i This Heat. Il loro album d'esordio, registrato durante solo un giorno negli studi di Abbey Road, é previsto per il 26 Aprile, si chiamerá "Start and Complete"e sará composto da 14 brani. Dal primo singolo 'You're no good', si evince un sound prettamente soul, dai dettagli molto curati, con la voce di Taylor in primissimo piano e con qualche richiamo vintage.

mercoledì 16 marzo 2011

Abbey Radio #46 - Trackilist

The Styles_Glitter Hits
Cornelius_Last Night in Africa
Jamaica_I Think I Like U 2
REM_Discoverer
Art Brut_Unprofessional Wrestling
La Femme_Sur La Planche
Mirrors_Into The Heart
Charlie Khan_The Mortail Coil Shuffle
Papercuts_Do What You Will

martedì 15 marzo 2011

Reportage: Glasvegas live @Magnolia (MI)

La pagina di Wikipedia dedicata ai Glasvegas riporta un'affermazione pubblicata da NME, secondo cui i Libertines sono il riferimento iniziale della passata decade indie-rock in UK; gli Arctic Monkeys si collocano nel mezzo, e i Glasvegas ne segnano la chiusura. Si capisce, dunque, la smania con la quale il pubblico milanese li aspetta sul palco. E loro si fanno attendere, salendo quasi un'ora dopo la fine dell'opening act. Ne varrà, però, la pena. Il gigantesco Rab Allan inizia da subito a sudare aggredendo la sua chitarra quasi a volerne cavare tutta l'energia possibile. Al basso il magro Paul Donoghue quasi scompare nel suo giubbotto di pelle che lo avvolge fino al collo. La nuova batterista Joanna Loefgren suona in piedi e sprigiona anche lei potenza. Gli occhi sono, però, tutti per James Allan, leader caristmatico del gruppo e autentico personaggio. Jeans chiari anni '80 arrotolati alle caviglie, canottiera bianca e immancabili occhiali da sole rotondi costituiscono il suo look. Fisicamente, ma anche come attitude sul palco, ricorda Dave Gahan, santone dei Depeche Mode. Si scusa subito per il ritardo, e il pubblico non ci mette molto a perdonare. Lui dimostra fin da subito di non volersi risparmiare e rispolvera le sue (a mio parere) notevoli capacità vocali. Non apre mai completamente la bocca, quasi trascina le parole, ma questo ragazzo ha un suo stile. E la band lo supporta alla grande. All'inizio si alterna qualche "vecchio" successo (2008) come 'It's My Own Cheating Heart...' e 'Polmont On My Mind' con alcuni (pochi) brani tratti dall'album in uscita. Il nuovo singolo 'Euphoria, Take My Hand', che suona davvero bene dal vivo grazie all'interpretazione di James, spezza in due il concerto. Poi inizia la carrellata di pezzi tratti dall'album d'esordio, e il pubblico apprezza. Ci sono tutti: 'Geraldine', 'Ice Cream Van', 'Flowers and Football Tops' eseguita solo con la base di chitarra. Prima dell'inno 'Go Square Go', James chiede, con inconfondibile accento scozzese: "Do you wanna dance?". Quindi scende tra il pubblico e dà il là alle pogate. La canta tutta lì, spinto da noi ragazzi delle prime file. Il fratello Ray distribuisce lattine di birra e così si arriva al gran finale, l'attesissima 'Daddy's Gone', successone di chiusura con immancabile sing-along. Non è la traccia più bella, ma ovviamente quella che fa più presa. Ce ne andiamo convinti di aver visto un'ottima esibizione, breve ma molto intensa, di una band epica (Muse-style), dark (Editors) ma capace di crearsi uno stile, apprezzatissimo in patria, ma anche all'estero, come dimostra l'accoglienza ricevuta in Italia. Una band che può fregiarsi della presenza di una vera rockstar, merce rara al giorno d'oggi.

The Darkness Return!

La notizia è di quelle che non lasciano indifferenti. I Darkness sono pronti alla reunion, stanno lavorando a un nuovo album e suoneranno al Download festival quest'estate. Justin Hawkins si dice 'sbalordito', secondo quanto riporta il sito di NME, per i tantissimi messaggi d'affetto che sono arrivati dai fan storici della band, scioltasi nel 2007 dopo due (bellissimi) dischi. Non ci resta che attendere e sperare che non sia soltanto un'operazione commerciale. Sarà un'utopia sognare una nuova 'I Believe in a Thing Called Love'?

Abbey Radio #46

Martedí é come di consueto il grande giorno di Abbey Radio. É infatti gia disponibile per l'ascolto in streaming o il dowload in podcast la nuova puntata della vostra indie web radio preferita. Dj Fabbra, Espo, Luca e Fab vi coinvolgeranno anche questa volta con le solite news, chicche musicali e i piú grandi successi indie del momento. E anche un omaggio musicale al caro Giappone, che in queto momento sta passando un momento difficile. Don't miss it! Enjoy Abbey Radio!

Beth Ditto - 'I Wrote The Book'

Alzi la mano chi non conosce i Gossip della cantante più longilinea e filiforme del mondo! La nostra cara Beth Ditto, assente dalle scene musicali indie-rock da ormai due anni, è in procinto di ritornare con la sua band dopo il "mezzo" successo di quel "Music For Men" che ci aveva fatto storcere un po' il naso: in attesa del lieto evento, la cantante americana decide di iniziare anche lei un bel progetto solista, che ha partorito "Ep", che consta di quattro pezzi di matrice prettamente elektro-pop da dancefloor e che vede la preziosa collaborazione dei Simian Mobile Disco, già parte attiva in "Music For Men". Il video che vogliamo proporvi è quello di 'I Wrote The Book', un pezzo che in una disco alternativa suonerebbe davvero bene, grazie soprattutto alla magica voce di Beth Ditto, qui alle prese con dei chiari riferimenti alla Madonna di 'Justify My Love', 'Vogue' e 'Erotica'!


sabato 12 marzo 2011

Recensione: Beady Eye - 'Different Gear, Still Speeding'

Questo è un disco per i fan degli Oasis. Non piacerà a chi ha sempre detestato la band di Manchester e difficilmente attirerà un pubblico nuovo. Ma piace maledettamente a chi, come noi, è cresciuto ascoltando i fratelloni e si è formato musicalmente con i loro dischi. È il tentativo non solo di Liam, ma anche di Andy e Gem, rimasti fin troppo nell’ombra ai tempi di The Chief, di dire che negli Oasis c’erano anche loro. Dal punto di vista "commerciale", è evidente l’intento di catturare i tantissimi fan ancora assetati di Oasis-style seguendo una formula collaudata. I Beady Eye non sono una band sperimentale, ma non hanno mai promesso di esserlo. Si ispirano ai Beatles, a John Lennon, agli Who e talvolta l’ispirazione si confonde con la somiglianza. Ma non l’hanno mai negato. E sono certo che Liam starà sghignazzando leggendo tutte le critiche che gli sono piovute addosso per la somiglianza di 'The Roller' con 'Instant Karma', per di più, a quanto pare, a firma Gem Archer. E allora anche questa recensione è rivolta ai fan degli Oasis. A chi non si pone troppe domande quando ascolta 13 tracce con un sound familiare, quel sound che più amiamo e che non ci stancheremmo mai di ascoltare. Gli altri non apprezzerebbero comunque.
Il disco è ben fatto. Ciò che più mi ha sorpreso è che non ha cali evidenti, nonostante le 13 tracce. ‘Dig Out Your Soul’, per citare l’ultimo Oasis, era da 8 nella prima parte e da 5 nella seconda. Questo è più equilibrato. La partenza è al fulmicotone: ‘Four Letter Word’ sta nel solco di certi successi targati Oasis, da ‘Rock’n’Roll Star’ a ‘The Shock of the Lightning’. È dedicata, nemmeno troppo velatamente, a Noel e alla rottura di due anni fa. Di ‘The Roller’ si è già parlato tanto, e nonostante tutto continua a piacermi, anche se non è riuscito a scalare la chart. ‘Bring The Light’, il primo pezzo uscito dei BE, ci aveva depistato abbastanza. Nel contesto dell’album rimane piuttosto isolato, con quel pianoforte mutuato direttamente da Jerry Lee Lewis. Non manca il singolone da accendino acceso nei live, anch’esso tipico del repertorio Oasis: pur non entusiasmando, ‘Kill for a Dream’ assolve perfettamente alla sua funzione. ‘Millionaire’, con quel sound vagamente orientaleggiante, richiama la produzione solista di George Harrison, altro caposaldo della filosofia gallagheriana. Sono davvero belle ‘Beatles and Stones’ (ma di ispirazione-Who) e ‘Standing on the Edge of the Noise’, due pezzi rock abbastanza diversi tra loro ma molto ben riusciti. La parte finale dell’album è quella più beatlesiana, nella quale si sente di più l’impronta di Liam, soprattutto nella psichedelica Wigwam’ e nella traccia finale ‘The Morning Son’, non male come chiusura, che però mostra alcuni dei difetti associati al primo Liam compositore. La perla della seconda parte, e forse dell’intero disco, è però ‘The Beat Goes On’, brano lennoniano nella sua doppia accezione (John, ma anche Sean) reso eccellente dalla voce di Liam, qui straordinariamente evocativa. La marcia sarà cambiata, sì, e i Beady Eye hanno messo a segno un gran bell’esordio. Un toccasana per gli orfani degli Oasis, aspettando la risposta di Noel.

venerdì 11 marzo 2011

Abbey Radio #45 - Tracklist

Arctic Monkeys_Brick by brick
Foster The People_Pumped Up kicks
WolfPeople_Silbury Sands
Fenech-Soler_Lies
Xiu Xiu_I Love the valley oh!
Telekinesis_Fever Chill
Beady Eye_Wind Up Dream
The Dears_5 Chords
Verdena_Scegli me (un mondo che tu non vuoi)

giovedì 10 marzo 2011

News from Monkeys

Siamo in grado di fornirvi nuove e succose novitá sull'imminente ritorno delle scimmie artiche. Per quanto emerge infatti dal sito ufficiale degli Arctic Monkeys, giá é stato reso noto il titolo ufficiale scelto per il nuovo album della band. Si chiamerá "Suck It and See", titolo aggressivo e forse un pó esplicito, che ricordiamo a tutti che sará il quarto Lp della band di Sheffield e sará pubblicato il prossimo 6 Giugno. Prodotto interamente da James Ford, nei studi di Los Angeles, il disco é stato preceduto nei giorni scorsi dall'uscita del video per il brano 'Brick by brick' che ne sará contenuto all'interno. Ricordiamo anche che gli Arctic Monkyes hanno giá confermato la loro presenza per quest'estate all' I-Day Festival di Bologna.

Ecco anche la tracklist completa di quello che sará il nuovo album:

01 She's Thunderstorms 02 Black Treacle 03 Brick by Brick 04 The Hellcat Spangled Shalalala 05 Don't Sit Down 'Cause I've Moved Your Chair 06 Library Pictures 07 All My Own Stunts 08 Reckless Serenade 09 Piledriver Waltz 10 Love Is a Laserquest 11 Suck It and See 12 That's Where You're Wrong

Recensione: The Dears - "Degeneration Street"

Una delle migliori sorprese, secondo il mio umile parere, di queste 2011 è 'Degeneration Street'. Questo album è il quinto lavoro della band canadese The Dears che ritorna dopo il flop del precedente 'Missiles'. Infatti, il quarto album aveva fatto storcere un po’ il naso e si pensava che la carriera del gruppo di Montreal si stesse incamminando verso la fase di declino. Poi è arrivato 'Degeneration Street' ed una nuova luce si è accesa. The Dears si inseriscono nel genere dark che oggi è duopolizzato dagli Interpol e dagli Editors, seguiti dai White Lies e dai Glasvegas, ma ascoltando le varie tracce si notano anche sperimentazione e ricerca verso nuovi sound. Il primo esempio di musica sperimentale è il primo singolo, 'Omega Dog' che di certo non avrebbe stonato nell’album dei Broken Bells. 'Blood', mi ricorsa i Menomena: forse questa sensazione è dettata dal cambio di ritmo che è presente nel brano. Nel secondo singolo, 'Thrones' si ha l’impressione che stia cantando il Duca Bianco, indicandoci la via verso il paradiso. Nei brani '5 Chords' e 'Yesteryear' si sente molto l’influenza dei compratioti Arcade Fire. Con 'Galactic Tides', 'Lamentation' e 'Tiny Man' si ritorna al sound dark romantico, anche se questi non sono all’altezza dei brani precedentemente elencati. In 'Unsung' si sente una netta influenza british e con il brano conclusivo 'Degeneration Street' si ha un ritorno alle tonalità cupe, degna chiusura di questo LP. Nell’album sono presenti 14 tracce ma circa 9 sono quelle che colpiscono, le restanti avrebbero potuto restarne fuori, e magari essere inserite in un EP.

(ringraziamo il nostro freelance Luca per la recensione)

martedì 8 marzo 2011

Abbey Radio #45

Ecco disponibile per l'ascolto e il download gratuito la nuova puntata di Abbey Radio. Anche per questa settimana un'ora di grande indie rock e tanta simpatia con le voci di Dj Fabbra, Espo e Luca. Tra gli altri potrete ascoltare il nuovo degli Arctic Monkeys, la novitá Foster the People e Liam Gallagher coi i suoi Beady Eye.

The Raveonettes - 'Recharge & Revolt'

Qualche giorno fa il nostro Espo ci aveva fatto ascoltare una traccia che anticipava il nuovo album (Raven in the Grave) del duo danese. Ora invece sappiamo che il nuovo singolo ufficiale, che sancisce il ritorno dei Raveonettes sará "Recharge & Revolt" di cui giá vi proponiamo il videoclip. Sicuramente un brano molto diverso dal precedente "Forget tha you're young", e in questo caso il comando delle operazioni "vocali" viene preso esclusivamente dalla voce maschile del duo, ovvero Sune Rose Wagner, che contribuisce anche nel videoclip con la sua presenza. La classica distorsione melodica delle chitarre é quella tipica dei Raveonettes, puro shoegaze con un tocco vintage che non guasta mai. A metá tra "Heroes" e i "My bloody Valentine". Gran bel pezzo!

domenica 6 marzo 2011

The Pigeon Detectives - 'Done In Secret'

Prontamente inserito nel nostro spazio Video of the Week, ecco il singolo che segna il ritorno dei Pigeon Detectives, frizzante indie-rock band dello Yorkshire (che non è una razza di cane...) che i nostri lettori hanno imparato a conoscere negli anni scorsi. I ragazzi capitanati dal frontman Matt Bowman sono pronti a tornare in pista con il terzo album 'Up, Guards and At' Em', che uscirà a inizio aprile. Ma già circola, per fortuna, il video del singolo di lancio 'Done In Secret'. Si tratta di una release importante nel panorama indie-rock, che forse arriva in un momento non felicissimo perchè, a causa delle grandi firme che stanno pubblicando proprio in queste settimane, rischia di non ricevere l'attenzione che merita. E proprio a una delle band storiche "calde" del momenti, gli Strokes, i ragazzi inglesi dimostrano di essersi ispirati per il sound del nuovo pezzo, che in effetti suona molto Strokes. La ricetta, in ogni caso è semplice: chitarre, testo immediato, energia e, forse, un pizzico di maturità maggiore rispetto al passato. Piccioni di tutto il mondo, attenti: i Detectives sono tornati!

Cut Copy - 'Need You Now'

E finalmente ecco il nuovo video di una band già segnalata poche settimane fa' con l'album of the week: parliamo degli australiani Cut Copy, un quartetto dalle sonorità inconfondibilmente electropop con una virata verso lo stile new wave post punk molto anni 80. Gli aussies, la cui ultima fatica risale al 2008 con lo scatenato "In Ghost Colours", si riaffacciano in questi giorni tramite il riuscitissimo album "Zonoscope", altrettanto danzereccio anche se i ritmi qui si affievoliscono, non perdendo però di incisività: è questo anche il caso del nuovo singolo 'Need You Now', accompagnato ahimè da un video orripilante che non rende giustizia ad un gran bel pezzo che accompagnerà le vostre giornate per tanto tempo, ne sono certo!


sabato 5 marzo 2011

The Raveonettes - 'Forget That You're Young'

Folgorato! Ecco qual'è l'aggettivo giusto per l'effetto che da subito provoca, a mio avviso, questa splendida canzone che segna il graditissimo ritorno alle scene musicali di un gruppo danese che su Indiexplosion e su Abbey Radio non passa mai inosservato: parliamo dei Raveonettes, duo danese dallo stile molto shoegaze, delicato ma mai noioso. Come già detto, Sune Rose Wagner & Sharin Foo tornano dopo l'ottimo "In & Out of Control" del 2009, con "Raven In The Grave", la cui uscita è prevista per Aprile. I fan, nel frattempo, potranno consolarsi con l'uscita del primo singolo estratto, 'Forget That You're Young', di una semplicità mostruosamente accattivante, con la voce di Sharin sempre molto delicata e sensuale. Ora non ci resta che aspettare l'Lp anche se le premesse per un ottimo successo ci sono tutte!


Arctic Monkeys - 'Brick by brick'

Sapevamo giá che questo 2011 sarebbe stato un anno denso di grandissimi ritorni e pubblicazioni d'eccellenza. Ma non sapevamo che fosse anche ricco di sorprese. Dopo l'uscita anticipata dei Radiohead, ecco che anche le nostre amate "scimmie artiche" in odor di pubblicazione del nuovo album, bruciano le tappe e sorprendono tutti estraendo dal proprio cilindro un brano inedito che anticipa il loro prossimo lavoro. Alex Turner e co. infatti rendono pubblico sulla loro pagina Youtube il videoclip di "Brick by brick", un brano molto rock'n'roll, intenso, potente, eccitante e di sicuro impatto. All'inizio sembrano i White Stripes ma poi quando parte il ritornello appaiono echi di Kasabian (Fire?), sonoritá indubbiamente vintage e chitarre come sempre poderose. Che dire, rispetto al precendente "Humbug" le atmosfere sembrano tornare meno cupe, e forse il suono virá un pó piú verso orizzonti americani. Aspettando con ansia altre notizie e soprattutto l'album vi lasciamo con questo primo assaggio.

giovedì 3 marzo 2011

Frankie & The Heartstrings - 'Hunger'

Avete presente quel brit rock gioioso, divertente, bello da ascoltare e da godersi rilassato su una poltrona a fine giornata senza doversi sforzare a cercare la fonte di ispirazione o la fonte di plagio??? Ebbene, questo è il caso dei nuovissimi Frankie & The Heartstrings, gruppo dai capelli ed aspetto deltutto improponibili (e per questo già ci piacciono), già da una settimana VOTW su Indiexplosion con 'Hunger', primo singolo estratto dall'omonimo album, una bomba per gli amanti di quel soft indie rock trascinante e tremendamente british... I Frankies, provenienti da quel di Sunderland, sono candidati ad essere la novità indie rock più esplosiova del primo trimestre 2011: a voi il giudizio ora!


Elbow - 'Neat Little Rows'

A fine dicembre Luca ci aveva sottolineato il loro imminente ritorno sulle scene musicali: ebbene, la data ufficiale della pubblicazione del nuovo album targato Elbow, "Build A Rocket Boys!", è il prossimo 7 Marzo. Il successore di "The Seldom Seen Kid" del 2008 ha davvero una gran bella responsabilità: bissare il successone di pezzi come 'Grounds For Divorce' non è semplice per nessuno, soprattutto se si pensa ai probabili cambiamenti stilistici, rispetto ai più recenti lavori, previsti dal frontman Guy Garvey. A conferma di quanto detto dal leader della band inglese, ascoltate il primo singolo estratto, 'Neat Little Rows', un pezzo che parte davvero forte, cupo ma che a lungo andare, almeno ad un primo ascolto, fa storcere il naso (la parte con il pianoforte elettronico appiattisce il ritmo iniziale). Speriamo possa essere solo la prima impressione e che gli Elbow possano continuare a sorprenderci come sempre hanno fatto...


Abbey Radio #44. La Tracklist.

Jack Peñate_Tonight's today
Orson_No Tomorrow
The Bishops_If you leave today
The Kinks_This time tomorrow
Junior Wells_Tomorrow night
The Beach Boys_Here today
The Beatles_Tomorrow never knows
Morrissey_Tomorrow
Gorillaz_Tomorrow comes today

mercoledì 2 marzo 2011

Marco presents "The Electric Garden" #2

Spacemen 3 - "Playing with Fire" (1988)

Questo mese vi parlerò di un gruppo che ha violentato per troppo tempo i timpani del sottoscritto per rimanerne indifferente.
Nacquero a Rugby, una piccola città della provincia inglese, il loro nome è Spacemen 3 e l'album che porterò alla vostra attenzione è un capolavoro della psichedelia post-punk dal titolo "Playing with fire".
La band nasce nel 1982 dall'incontro di due ragazzi che condividono la passione per gli Stooges, i Cramps, il garage rock e l'eroina, questi sono Jason Pierce (fondatore tra l'altro degli Spiritualized) e Peter "Sonic Boom" Kember. Successivamente si unirono al gruppo Pete Bain (basso) e Tim Morris (batteria).
Per non confodersi con l'omonima R&B band degli anni 50, il gruppo decise di aggiungere il numero 3 al nome "Spacemen", ispirandosi ad un poster che recitava il motto: "Are your dreams at night 3 sizes too big?”, scelsero come manager il boss di una lavanderia industriale locale ed iniziarono a registrare i primi demo (riproposti poi in un bottleg dal fantomatico titolo: "Taking Drugs To Make Music To Take Drugs To").
Più volte accostati ai Jesus and Mary Chain, forse per il tipico muro sonoro che marchiava la loro prima produzione, i nostri astronauti sono stati capaci di costruire un suono che va oltre i confini dello spazio conosciuto, abbracciando il passato e ponendo basi per molti gruppi a venire.
Dopo il ruvido garage psych rock di Sound of Confusion (1986) e The Perfect Prescription (1987), venne alla luce Playing with Fire (1988), da molti considerato il loro capolavoro, nonostante le ormai consolidate divergenze stilistiche tra i due leader.
Il suono si fa sempre più narcotico, riff minimali e surreali, la batteria quasi assente, l'album è una specie di "gospel dell'eroina", come è stato battezzato da molti critici.
Una brezza gentile e stralunata apre il disco con le prime note di "Honey": "See the moon smiling through the night I feel so good and my mood is right Oh, honey, won’t you take me home tonight?"
Gli echi delle chitarre di Come Down Softly To My Soul ci continuano a cullare fino a "How does it feel", quando tutto comincia a farsi più cupo e quei due gelidi accordi sembrano uscirti dalle viscere e per poi rientrarti nel cervello e ripetersi ridondanti, come le note di un ancestrale rito tribale.
Revolution è forse il pezzo che più ricorda i già citati Jesus and Mary Chain, un riff asciutto, minimale, impregnato di distorsore ed un ritmo secco e battente, da segnalare poi Suicide, 11 minuti di trip che ci fa rivivere gli anni d'oro della migliore psichedelia inglese.
Gli Spacemen 3 si sciolsero qualche anno dopo, esattamente nel 1991 con l'uscita di Recurring, dopo continui cambi di line-up e vari progetti paralleli.
I due leader sono tuttora musicalmente attivi, Pierce con i suoi Spiritualized e Kember con gli Spectrum ed un progetto avanguardistico denominato E.A.R. (Experimental Audio Research).

Toro Y Moi - 'New Beat'

Sotto questo pseudonimo francesistico si cela l'artista statunitense Chazwick Bundick. Classe '86, cittadinanza americana ma di discendenza filippina e africana, il talentuoso ragazzo ci presenta un originale e orecchiabilissimo mix di pop, elettronica, soul e sonoritá vintage che perfettamente si rincorrono e si amalgamano lungo tutti i suoi brani. I critici la chimano piú semplicemente "chillwave". Dopo l'esordio del 2010 con "Causers of this" ecco l'atteso secondo album uscito da qualche settimana e dal titolo "Underneath the pine". Ed é proprio da lí che vi presentiamo il singolo 'New Beat'. Di sicuro questo artista sará uno dei nostri prediletti per questo 2011. Tenetelo d'occhio!

Video Exclusive: The Strokes - "Under Cover Of Darkness"

Finalmente ci siamo. Dopo la pubblicazione del primo singolo ufficiale che sancisce il ritorno della rock'n'roll band di New York adesso arriva anche il momento della pubblicazione ufficiale del videoclip del brano.
"Under Cover Of Darkness"
, come sapete tutti é il brano che lancia l'attesissimo nuovo album che uscirá nelle prossime settimane e che si chiamerá "Angles".
Per quanto riguarda il video del singolo, devo ammettere che non mi colpisce particolarmente, un pó scialbo, che non rende merito alla carica del brano e in cui forse traspare l'aria di tensione che si respira all'interno della band. Appaiono infatti molto freddi e distaccati gli uni dagli altri, Julian Casablancas e soci. E poi questa versione "orchestrale" degli Strokes sinceramente non ci convince proprio, almeno per i nostri gusti.